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Volodymyr Zelensky, scatta l'effetto “quagmire”: che cos'è e perché può stravolgere la guerra

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Con la caduta dell’acciaieria Azovstal, tutta Mariupol è finita sotto il controllo della Russia, ma ciò non toglie che le forze di Mosca sono adesso condannate a muoversi in un “quagmire”, come lo definisce la stampa internazionale. Si tratta di un pantano, sia metaforico che reale: quale sarà la prossima mossa del Cremlino, che ha già fallito tutti gli obiettivi iniziali e ha subito perdite pesantissime in termini di uomini e veicoli militari? E poi c’è un fattore legato al clima, con l’avvento della primavera che ha allentato il terreno, rendendo ancora più difficile l’azione dei carri armati russi.

 

 

Tutto lascia presagire uno sviluppo lungo del conflitto, con gli ucraini ben riforniti dagli alleati occidentali e che provano anche a riconquistare terreno e i russi invece che, dopo essersi scottati in questi primi tre mesi, ora affidano il martellamento delle linee avversarie all’artiglieria da campo, con lo scopo di risparmiare vite umane per non aggravare ulteriormente il bilancio dei soldati morti. Secondo Oleksii Reznikov, ministro della Difesa ucraino, ci sono “tutte le indicazioni di una lunga fase del conflitto”, con i russi che rinunciano a nuove conquiste ma rafforzano le loro posizioni e gli ucraini che invece provano a riprendere il terreno perso.

 

 

Ed è questo l’effetto pantano, che potrebbe innescare una lunga fase del conflitto: per la Russia non sarà semplice conservare il controllo sul Donbass, così come per l’Ucraina non sarà facile riprenderselo. Di conseguenza la guerra potrebbe diventare parecchio lunga, sfociando anche nel 2023. A meno che non si decida di riaprire seriamente un negoziato per trovare una soluzione che possa essere sensata per tutte le parti coinvolte.

 

 

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