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Artico, "missili atomici e portaerei": il nuovo fronte segreto della guerra tra Nato e Russia

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La guerra si sposta nell'Artico. Se Svezia e Finlandia entreranno nella Nato, il conflitto tra Russia e Occidente si combatterà tutto nel Baltico. Qui Vladimir Putin vanta l'exclave di Kaliningrad, un territorio diventato nel tempo una vera e propria piazzaforte dotata di missili atomici e di modernissime difese anti-nave. Il potenziale russo è altissimo: nel 2014 il Cremlino ha costituito la Flotta del Mare del Nord, basata sulla penisola di Kola e munita di sottomarini con missili nucleari, aerei anti-sottomarino, portaerei e navi porta-missili. Un "riarmo", quello di Mosca, reso necessario dalla crisi in Ucraina con l'annessione della Crimea.

 

 

Allo stesso tempo la Nato ha rafforzato le esercitazioni militari che vedono proprio l'Artico protagonista. Insomma, la regione più settentrionale della Terra è al centro di una contesa non da poco. Complici le riserve enormi di gas e petrolio, di materiali preziosi o fondamentali per l'industria come nickel, zinco e ferro. Già oggi l'Artico è per la Russia è miniera fondamentale di alluminio, materiali ferrosi, fosfati.

 

 

E non è un caso che da tempo il Cremlino ha iniziato a diminuire le relazioni economiche con l'Ovest per puntare tutto sull'Est, in particolare con la Cina. Pechino, anche se non ha affacci sull'Artico, guarda con grande attenzione alla regione e ai suoi sviluppi. Il motivo ancora una volta è quello legato ai commerci. Da qui la stretta alleanza con la Russia, che nella zona vanta impianto lungo le coste del Nord. Il timore è dunque ai possibili risvolti in caso di ingresso di Svezia e Finlandia. Per lo zar si tratta di "un atto ostile" che causerà conseguenze pesanti per tutto l'Occidente. E chissà se queste partiranno proprio dall'Artico.

 

 

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