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Generale Gerasimov, "che fine ha fatto": fuga di notizie dai servizi, a cosa lo ha condannato Putin

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Che fine ha fatto Valery Gerasimov? Il destino del Capo di Stato maggiore russo, messo al comando delle forze armate in Ucraina dopo settimane in cui era letteralmente "sparito", tiene banco anche tra i servizi segreti internazionali. Gerasimov era ricomparso a sorpresa con un ruolo apicale, dopo che Vladimir Putin sembrava averlo estromesso dal potere, insieme al ministro della Difesa Sergey Shoigu. Erano stati giudicati responsabili della fallimentare prima parte di conflitto, presentato al Cremlino come una "guerra-lampo" e rivelatosi, invece, il peggiore dei pantani. Poi sia Shoigu sia Gerasimov sono tornati in prima linea, ma sempre avvolti dal mistero. Il ministro aveva sfilato il 9 maggio in Piazza Rossa, ma mai inquadrato accanto a Putin. Gerasimov invece era assente, si dice rimasto in Ucraina dove qualche giorno prima sarebbe rimasto ferito dalle parti di Izyum, da dove doveva guidare l'assalto al Donbass. Motivo che ha indotto gli esperti a credere un altro suo defenestramento. 

 

 

 

 

"Nelle ultime settimane - conferma il bollettino di oggi dell'intelligence britannica -, la Russia ha rimosso i comandanti di alto livello che considera si siano comportati male durante le fasi iniziali dell'invasione dell'Ucraina". Gli 007 di Londra fanno anche i nomi degli "epurati" dal Cremlino. "Il tenente generale Sergey Kisel, che comandava la 1a Armata carri armati d'elite, è stato sospeso per la mancata cattura di Kharkiv", mentre "anche il viceammiraglio Igor Osipov, che comandava la Flotta del Mar Nero, è stato probabilmente sospeso in seguito all'affondamento dell'incrociatore Moskva in aprile".

 

 



Gerasimov, invece, "probabilmente rimane al suo posto, ma non è chiaro se mantenga la fiducia del presidente Putin". E per questo il condizionale è d'obbligo. Se la conferma o meno di un comandante è appesa all'esito di una sola battaglia, considerata l'impasse ucraina, significa che chiunque potrebbe rimetterci le penne. "La cultura dell'insabbiamento e dell'eliminazione della colpa è probabilmente prevalente nel sistema militare e di sicurezza russo - prosegue l'analisi dell'intelligence -. Molti ufficiali coinvolti nell'invasione dell'Ucraina saranno probabilmente sempre più distratti" dall'attività bellica per cercare di "evitare la propria responsabilità personale per le battute d'arresto operative della Russia. Questo probabilmente metterà ulteriormente a dura prova il modello centralizzato di comando e controllo della Russia, in quanto gli ufficiali cercheranno sempre più di rimandare le decisioni chiave ai loro superiori. In queste condizioni sarà difficile per la Russia riprendere l'iniziativa".

 

 


 

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