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Fonderia Azovstal, per Zelesnky è davvero finita? "Il ruolo della Vereshchuk", retroscena clamoroso sulla vicepremier

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A gestire le trattative con il Cremlino sulla Azovstal è stata ​la vicepremier Iryna Vereshchuk. Ironia della sorte, o beffa politica: proprio "il falco" della politica ucraina, considerata da molte segreterie internazionali come la naturale erede (o avversaria) del presidente Volodymyr Zelensky, ha firmato la resa che rischia di compromettere l'immagine "sacra" della resistenza contro i russi. 

 

 



A pagare dazio, probabilmente, rischiano di essere due protagonisti. A brevissimo termine, il comandante del Battaglione Azov Denis Prokopenko, uomo tra i più popolari d'Ucraina proprio perché fino a oggi ha incarnato l'orgoglio del Paese aggredito e indomito. A medio termine, Zelensky che in termini di fiducia e gradimento potrebbe subire un contraccolpo pesantissimo dalla prima, vera sconfitta strategica dal 24 febbraio a oggi. Non a caso, a livello di propaganda interna, è vietato parlare di "resa". Tutti parlano di "evacuazione" dalla Azovstal e di "missione umanitaria" per salvare i miliziani ancora bloccati sotto l'acciaieria di Mariupol. E la Vereshchuk pare destinata ad assumere sempre maggiore potere, perché la trattativa sulla fonderia potrebbe essere preludia a quella generale sul cessate il fuoco. Di fatto, quasi un passaggio di testimone tra lo Zelensky "eroe" della prima fase della guerra e l'ambiziosa vicepremier.

 

 

 

 

Anche per il credito maturato presso il nemico. Il ministero della Difesa russo, tramite il portavoce Igor Konashenkov, ha dichiarato che 959 combattenti ucraini, che erano asserragliati, si sono arresi questa settimana, di cui 649 nelle ultime 24 ore. Tra loro c'erano 29 feriti. Verranno tutti portati in centri di detenzione russa. Quale destino li attende? Un deputato della Duma appartenente all'ultraconservatore partito liberal democratico russo, Leonid Slutski, è categorico: "O scambiamo un numero sufficientemente ampio dei nostri prigionieri di guerra con questi ucraini non umani, o mostriamo al mondo intero che meritano solo la pena di morte. Quindi dobbiamo valutare attentamente se accettare questa proposta, dal momento, lo ripeto, che l'unica definizione di cui (i prigionieri) sono degni è quella di 'animali sotto forma umana', e che dovrebbero ottenere ciò che meritano". Dalla tribuna della camera bassa russa, Slutski ha anche accusato i soldati ucraini di crimini contro l'umanità. "I prigionieri di guerra ucraini non meritano di vivere dopo i mostruosi crimini contro l'umanità che hanno commesso e perpetrato costantemente contro i nostri prigionieri di guerra. Abbiamo ricevuto dita mozzate e altre cose del genere".

 

 

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