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Viktor Orban, il piano per stravolgere le mappe geografiche: scatta la "guerra del mare", cosa può succedere

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Non solo la crisi in Ucraina, adesso salgono le tensioni anche tra Ungheria e Croazia: Viktor Orban ha deciso di rivendicare la città croata di Fiume come una sorta di risarcimento dopo lo stop dell'Unione europea al petrolio russo. Ed è bastato questo per far scoppiare lo scontro diplomatico. "I paesi che hanno uno sbocco sul mare possono facilmente importare il petrolio - ha detto il premier in un discorso alla radio di stato ungherese -. Se all’Ungheria non fosse stato tolto, oggi anche noi avremmo un porto"

 

 

 

Nel suo intervento c'è un chiaro riferimento proprio alla città di Fiume. Città che, come ricorda Italia Oggi, fino alla prima guerra mondiale era appartenuta all’impero austro-ungarico, poi è stata annessa all’Italia e in seguito alla Croazia. All'affronto di Orban ha subito risposto il ministro degli esteri croato Gordan Grlić Radman: "Condanniamo qualsiasi aspirazione territoriale nei confronti di altri paesi sovrani". Il governo presieduto da Andrej Plenković, che ha preso la questione molto seriamente, ha convocato l’ambasciatore ungherese a Zagabria per avere dei chiarimenti sulle affermazioni di Orbán. 

 

 

 

Non è la prima volta, comunque, che il premier ungherese irrita le istituzioni croate: nel 2020, scrive Italia Oggi, "aveva pubblicato una mappa sui social raffigurante la Grande Ungheria, che includeva le aree perse da Budapest a causa del Trattato di Trianon del 1920 in seguito al crollo dell’impero austro-ungarico". Orban, in ogni caso, ha sempre negato di avere ambizioni territoriali rispetto ad altri stati. Intanto il segretario di stato per il ministero degli esteri ungherese, Tamás Menczer, ha parlato di semplice fraintendimento: "Il primo ministro ha menzionato un fatto storico. Speriamo che i nostri amici croati non cedano all’isteria della stampa".

 

 

 

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