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Joe Biden, l'offerta in gran segreto al Cremlino: cosa è pronto a concedere per la pace

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La telefonata tra Lloyd Austin, segretario della Difesa degli Stati Uniti, e Sergei Shoigu, ministro della Difesa della Russia, ha segnato la riapertura di un dialogo che era stato congelato lo scorso 18 febbraio, sei giorni prima dell’inizio di quella che a Mosca chiamano “operazione militare speciale” per la “denazificazione” dell’Ucraina. Il Cremlino si sta rendendo conto di essersi infilato in una guerra che non può vincere: a Vladimir Putin avevano prospettato una rapida conquista di Kiev con conseguente rovesciamento di Volodymyr Zelensky.

 

 

Invece dopo quasi tre mesi di conflitto i russi a stento riescono a controllare il Donbass, con le voci di malcontento e addirittura ammutinamenti delle truppe che si intensificano ogni giorno di più. Addirittura sui canali televisivi di Stato iniziano a essere evidenziati e criticati gli insuccessi dell’esercito, così come iniziano a circolare voci di golpe. In questo scenario non sorprende quindi il contatto telefonico tra Austin e Shoigu. Stando a quanto riportato da Repubblica, autorevoli fonti Usa che si occupano di questo dossier hanno fatto filtrare la via d’uscita offerta dagli americani ai russi.

 

 

“Austin ha chiesto il cessate il fuoco - si legge su Repubblica - ossia lo stop dei combattimenti sulla linea attuale del fronte, e non il ritiro delle truppe russe dai territori occupati. Ciò potrebbe rappresentare un’apertura interessante per Mosca, ossia l’ipotesi di convincere Kiev alla rinuncia ad alcune zone controllate dal Cremlino in cambio di una pace duratura che dia garanzie proiettate verso il futuro su sicurezza, sovranità e integrità del resto del Paese. Sarebbe per certi versi lo scambio a cui lavora anche il presidente francese Macron, cercando di coinvolgere il leader cinese Xi, per convincere Putin che è l’unica via percorribile”.

 

 

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