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Volodymyr Zelensky. il fronte interno: voci inquietanti, "chi vuole farlo fuori"

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Non solo fuori dall'Ucraina, Volodymyr Zelensky comincia ad avere qualche problema anche all'interno del suo Paese martoriato. Il fronte interno, soprattutto il battaglione Azov, starebbe iniziando a giudicarlo in maniera negativa. Le critiche più feroci riguardano il caso Azovstal: per molti, il leader ucraino non starebbe facendo abbastanza per i combattenti ancora asserragliati nell'acciaieria a Mariupol. Mentre l'edificio continua a essere bombardato dagli invasori russi. Lucio Caracciolo, direttore di Limes, ha detto che al presidente starebbero arrivando delle "minacce molto serie” proprio per questo. 

 

 

 

"Il battaglione Azov ha fatto capire, per usare un eufemismo, di non gradire l’atteggiamento di Kiev. La situazione rischia di inasprirsi sempre di più perché Zelensky deve guardarsi dal fronte esterno e pure da quello interno”, ha spiegato Caracciolo, citato dal Fatto Quotidiano. Una parte del fronte interno, tra l'altro, non sarebbe favorevole neppure a un eventuale negoziato con Mosca. Una soluzione auspicata invece da altri leader internazionali, come Emmanuel Macron ma anche lo stesso Mario Draghi, che nei giorni scorsi ne ha parlato con Joe Biden negli Stati Uniti.

 

 

 

Relativamente alla questione degli Azov intrappolati, la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk, ospite di Otto e mezzo nei giorni scorsi, ha respinto tutte le accuse e anzi ha assicurato che il governo sta lavorando su questo dossier “24 ore su 24”, facendo riferimento anche a delle “trattative in corso” per lo scambio di prigionieri. Nel frattempo, i combattenti dicono di non avere nessuna intenzione di arrendersi. 

 

 

 

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