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Sergej Shoigu e Lloyd Austin, la telefonata è finita in disgrazia. Secondo fonti del Pentagono...

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Una telefonata. Una telefonata che si sperava essere decisiva, o comunque un punto di svolta. Si parla del contatto telefonico di ieri, venerdì 13 maggio, tra Sergej Shoigu e Lloyd Austin, il primo contatto tra Stati Uniti e Russia dall'inizio dell'invasione in Ucraina, con i primi che hanno chiesto un cessate il fuoco a Mosca.

 

Ma la doccia gelata, poche ore dopo la telefonata, arriva da John Kirby, portavoce del Pentagono, il quale ha spiegato che "il colloquio non è stato risolutivo". Certo, di buono c'è il fatto che i due ministri della Difesa di Washington e Mosca, dopo 79 giorni di silenzio, hanno rotto il gelo, provando almeno un accenno di dialogo. All'omologo russo il capo del Pentagono ha ribadito la richiesta di "un cessate il fuoco immediato". La telefonata, spiegano fonti della Difesa a stelle e strisce, avrebbe avuto toni toni asciutti, quasi gelidi.

 

Sul risultato della chiamata - partita da Washington e alla quale dopo molte sollecitazioni e diversi tentativi Shoigu si è deciso a rispondere - nessun trionfalismo da parte degli Stati Uniti. Anzi, l'impressione è che sia servita a poco e nulla, se non a dare un segnale. Soprattutto in una giornata tesissima per lo stop della Turchia all'ingresso di Finlandia e Svezia nella nato. Sulla vicenda, la Casa Bianca ha commentato: "Siamo in contatto con la Turchia per provare a risolvere la questione". Ma Erdogan per certo non è un tipino con cui è semplice fare i conti...

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