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Tank russi con il chip della lavastoviglie: armata rossa di vergogna, cosa c'è dietro

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Maurizio Stefanini
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Una volta, il dilemma era: burro o cannoni! Adesso, per i russi, è diventato: lavastoviglie e frigoriferi, o carri armati! Così ha rivelato al Senato di Washington la Segretaria al Commercio Gina Raimondo. Effetto delle sanzioni, alle Forze Armate di Putin mancano sempre più quei chip che oggi vanno in tutti i meccanismi e ingranaggi, e dunque anche agli armamenti. Per risolvere il problema, avrebbero iniziato a rottamare elettrodomestici, per prenderli da là.

 

In effetti, la carenza di chip è oggi un problema mondiale. «In elettronica, minuscola piastrina di silicio sulla quale, dopo opportuni trattamenti fisico-chimici, vengono costruiti, con un procedimento fotolitografico, gli elementi di un circuito integrato monolitico anche molto complesso che, da solo o in collegamento con altri circuiti analoghi, può svolgere tutte le funzioni e le operazioni necessarie per elaborare l'informazione (chip di memoria, chip di microelaborazione)», è la definizione della Treccani. Protagonisti dell'economia dalla fine degli anni '80 per il boom di cellulari e pc, dal 2021 i chip hanno iniziato a scarseggiare: una penuria che secondo l'Ibm potrebbe durare fino al 2023.

Il 70% è fabbricato infatti da un'unica azienda, la Tmsc di Taiwan. Con la gente costretta in casa dal lockdown, le industrie automobilistiche che chiudevano e la domanda di strumenti per snart working che decollava, le forniture sono state dunque spostate, e nel momento in cui le industrie automobilistiche hanno provato a ripartire si è creata la strozzatura. Taiwan ha annunciato investimenti per aumentare la propria capacità, anche Usa e Ue hanno preso misure, ma ci vorrà un po' di tempo per vederne gli effetti.

 

Ma se già i chip non sono abbastanza, ci si può figurare se un Paese senza capacità di produrli inizia ad avere un grosso logorio per lo sforzo bellico, e in più è sotto sanzioni. Già a marzo era arrivata la notizia che la Uralvagonzavod, la più grande fabbrica i carri armati del mondo, aveva dovuto sospendere la produzione appunto per mancanza di componenti fabbricate all'estero. Adesso, secondo quanto ha detto appunto Gina Raimondo in una audizione al Senato, «abbiamo rapporti da ucraini secondo cui l'equipaggiamento militare russo trovato sul terreno è pieno di semiconduttori presi da lavastoviglie e frigoriferi». In particolare, la constatazione è stata fatta sui carri armati.

Sempre secondo la Raimondo, l'export di tecnologia Usa in Russia sarebbe calato del 70% da quando a febbraio sono state imposte le sanzioni, e altri 36 Paesi avrebbero preso misure analoghe, applicandola anche alla Bielorussia. 

«Il nostro approccio è di negare alla Russia tecnologia in modo da paralizzare la loro capacità di continuare un'operazione militare». Secondo il portavoce del dipartimento Robyn Patterson, le spedizioni Usa in Russia di articoli come semiconduttori, apparecchiature per telecomunicazioni, laser, avionica e tecnologia marittima, sono diminuite dell'85% per volume e del 97% per valore. La Raimondo ha confermato l'arresto delle linee di produzione di carri armati russi.

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