Sergei Kisel "licenziato e arrestato": chi è il generale, perché Vladimir Putin lo ha punito
E adesso si salvi chi può. Vladimir Putin sta indirettamente riconoscendo il fallimento della cosiddetta “operazione militare speciale”, lanciata lo scorso 24 febbraio e fortemente ridimensionata da quasi tre mesi di conflitto. In che modo? Facendo una grande “pulizia” di alti comandanti militari, sui quali il leader del Cremlino sta scaricando le colpe degli errori tattici commessi finora. Nei piani di Mosca l’esercito avrebbe dovuto prendere la capitale Kiev in pochi giorni e rovesciare il presidente Volodymyr Zelensky: fallito il piano iniziale, la Russia ha ripiegato sul Donbass, che però non riesce a controllare per via della dura resistenza ucraina, costantemente supportata dai rifornimenti degli alleati occidentali.
A far rumore è soprattutto l’epurazione di Valery Gerasimov, uno dei principali comandante russi: è stato sospeso, non a caso non si è visto alla parata per il Giorno della Vittoria che si è svolta a Mosca il 9 maggio. Tra l’altro si vocifera che sia rimasto anche ferito da schegge, dopo essere stato mandato in Ucraina con il compito specifico di invertire la situazione. “Secondo le nostre informazioni - ha dichiarato Okelsiy Arestovych, veterano dell’intelligence militare ucraina nonché membro della cerchia ristretta di Zelensky - Gerasimov è stato sospeso. Stanno decidendo se concedergli l’occasione di aggiustare le cose. Intanto anche il tenente generale Sergei Kisel è stato licenziato e arrestato”.
Si tratta di un altro pezzo grosso dell’esercito russo: Kisel era infatti al comando del primo esercito di carri armati, ma pare che abbia portato una sonora sconfitta nei pressi di Kharkiv, in seguito alla quale si sarebbe ritirato. Stando alle informazioni a disposizione del ministero dell’Interno ucraino, altri due comandanti dell’esercito russo sono stati licenziati a causa delle pesanti perdite sul campo di battaglia, così come è saltata la testa del comandante della flotta del Mar Nero: il suo vice è invece stato posto sotto investigazione.
Arestovych ci ha tenuto a sottolineare che si tratta di informazioni “preliminari”, ma che le cose stiano andando molto male alla Russia è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che nelle ultime ore le truppe di Mosca sono state massacrate mentre cercavano di attraversare un fiume nel Donbass: gli ucraini le hanno scoperte e non si sono lasciati sfuggire l’occasione di distruggere 58 veicoli militari. Chissà che Putin non decida di epurare qualcuno anche per quest’ultimo episodio…