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Corea del Nord, lockdown "senza ragioni"? Non proprio: cosa sta accadendo, indiscrezioni clamorose su Kim Jong-un

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L'incubo del coronavirus arriva fino alla Corea del Nord. A pochi giorni dal lockdown imposto da Kim Jong-un "senza spiegazioni", ecco che filtrano i dati della pandemia. Dati che danno una spiegazione chiarissima alla serrata: oltre 18mila contagi confermati, stando a quanto riferito dall’agenzia nordcoreana Yonhap citando l’organo di stampa ufficiale KCNA di Pyongyang.

 

E considerata la ritrosia del regime a dare cifre realistiche sul Covid (e su tutto, in verità) si teme che la situazione sia ben peggiore. Ufficialmente, i morti sarebbero soltanto 6. Pyongyang poche ore fa ha rilevato il primo caso di variante BA.2 Omicron, nota anche come stealth Omicron.

Kim Jong-un, come detto, ha convocato una riunione dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori al potere e ha ordinato un lockdown a livello nazionale. Contestualmente è scattato il sistema di massima prevenzione dell'emergenza pandemica. La Corea del Nord, insieme all'Eritrea, è l'unico paese al mondo che non ha organizzato alcuna campagna vaccinale contro il virus. 

 

Il programma globale COVAX di condivisione del vaccino contro il COVID-19 ha ridotto il numero di dosi assegnate al Paese, sotto sanzioni per il suo programma nucleare, e Pyongyang ha anche rifiutato le offerte di vaccini dalla Cina. Eppure, Kim Jong-un sarebbe stato vaccinato nel luglio del 2021, anche se non ci sono conferme ufficiali. 

Ma i misteri non sono finiti. Sui casi testati, 350mila, non tornano i conti rispetto alla capacità di tamponi manifestata dal Paese. Alla fine di marzo, solo 64.207 dei 25 milioni di persone erano state testate e tutte erano risultate negative. Anche sulle mascherine, il regime non ha mai dato indicazioni precise.

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