Vladimir Putin, cinque dimissioni in poche ore: slavina al Cremlino, la fine dello zar?
Sfilza di dimissioni in Russia. Nel giro di poche ore cinque governatori hanno detto addio alla loro poltrona o hanno negato la volontà di candidarsi alle prossime elezioni. La notizia, trattandosi di Mosca, fa sorgere un dubbio: si tratta di scelte personali o causate da forti pressioni dall'alto? Che dietro ci sia Vladimir Putin non sarebbe una novità. Lo stesso Cremlino dopo gli annunci ha replicato che li sostituirà. Al momento il presidente russo ha nominato nuovi funzionari ad interim nelle regioni di Tomsk, Saratov, Ryazan, Kirov e nella repubblica di Mari El, come stabiliscono i decreti pubblicati martedì sul sito web di Mosca.
Una decisione arrivata dopo che i capi delle regioni di Tomsk, Saratov, Kirov e Mari El avevano ufficializzato le loro immediate dimissioni dall'incarico. Diverso discorso invece per il capo della regione di Ryazan che ha dichiarato che non si candiderà per un secondo mandato. Le elezioni sono previste in tutte e cinque le regioni a settembre e, nonostante i governatori regionali russi siano eletti, essi sono politicamente subordinati al Cremlino.
E sarebbero proprio i vertici ad aver messo mano sui governatori. Almeno stando alle parole di Ilya Grashchenkov, responsabile del Centro per lo sviluppo della politica regionale di Mosca. La donna ha infatti confermato che quei presidente regionali impopolari vengono messi alla porta. "È necessario ristrutturare l'economia, soprattutto in quelle regioni dove l'influenza economica occidentale è stata significativa. Questi governatori devono essere sostituiti da alternative più giovani", sono state le sue parole. Le stesse che lasciano ben poco spazio a nuovi dubbi.