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Valery Gerasimov sparito di nuovo: "Assente alla parata a Mosca". Poi le pesantissime parole di Putin: caos al Cremlino?

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C'era il ministro della Difesa Sergey Shoigu, ma defilato e mai vicino a Vladimir Putin. Assente, invece, il generale Valery Gerasimov, Capo di Stato maggiore delle Forze armate russe da qualche giorno responsabile sul campo della "operazione militare speciale" in Ucraina (ruolo sorprendente, dopo essere "sparito" per settimane e in odor di purghe). La parata politico-bellica sulla Piazza Rossa per la Giornata della Vittoria regala diversi spunti di riflessione sullo stato di salute del regime di Putin. Saltata all'ultimo "per condizioni meteo" l'esibizione dei jet sulla testa del presidente russo (tra non pochi sospetti e complottismi), lo Zar ha parlato senza lanciare segnali chiari sugli sviluppi del conflitto. E' rimasto (fortunatamente) deluso chi si aspettava l'annuncio della "guerra totale". E, sottolinea il Financial Times, nel discorso di Putin è mancato qualsiasi riferimento ad una vittoria sul campo proprio in Ucraina. "Il grande assente del discorso di Putin era proprio una 'vittoria' - ha scritto su Twitter Max Seddon, capo dell'ufficio di Mosca del FT -. Ha detto che le sue truppe stanno combattendo eroicamente nel Donbass, ma non ha menzionato Mariupol o altri territori catturati. Né ci sono stati segnali su quando l'invasione potrebbe finire". 

 

 

In questo senso, significativa proprio l'assenza di Gerasimov, che presenta più piani di lettura. Innanzitutto, la presa di distanze di Putin dai vertici militari impegnati in una avventura che doveva essere breve e trionfale e che invece ha riservato enormi grattacapi sul piano logistico, strategico e mediatico. In questo senso, l'ammissione sulla "vicinanza" dello Stato russo ai parenti dei caduti in Ucraina, anche sotto forma di risarcimenti, vitalizi e aiuti economici, non è secondaria. Altro punto: l'aver evitato di richiamare Gerasimov in patria, anche solo per pochi ore, sarebbe un implicito messaggio sull'impegno militare oltre-confine, mai così necessario e imponente, per sferrare l'assalto decisivo al Donbass. L'unica regione citata da Putin nel suo discorso alla nazione. Con la benedizione, ovviamente del patriarca Kirill, massima autorità della Chiesa ortodossa di Mosca, che ha partecipato alla parata a Mosca e inquadrato spesso nella tribuna ufficiale accanto al vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev.

 

 

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