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Bucha, mentre stupra una ragazza cita Putin: "Piace o non piace, sopporta bella mia", chi è la bestia
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Chissà quanto tempo ci vorrà perché il nome della cittadina di Bucha assuma un significato diverso da quello che l'ha purtroppo resa famosa in tutto il mondo: centinaia di civili uccisi, massacrati, legati, torturati, stuprati. Le atrocità commesse dai soldati russi a pochi chilometri da Kiev vanno oltre l'immaginazione. Le fasce bianche che gli abitanti si legavano alla manica su ordine dei russi infatti non sono servite a niente. Anzi sono servite ai soldati per legare le mani dietro la schiena alle loro vittime, prima di fucilarle.
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La Stampa parla dei corpi schiacciati dai carri armati in via Pushkin e via Lermontov. Persone inermi che avevano provato a fuggire, a salvarsi, magari credento a un "corridoio umanitario". Famiglie intere sterminate: nonna, il padre e la madre, e i bambini. Civili "denazificati" con i lanciagranate sparati direttamente dentro le auto in fuga.
A Bucha abitavano circa 50 mila persone, nel momento più cruento ne erano rimaste 3.500. Ora i testimoni dei crimini di guerra possono parlare. I "liberatori" non permettevano nemmeno di seppellire subito le loro vittime e si meravigliavano: "Ma guarda le case dei nazisti! Hanno mobili, elettrodomestici, televisori, e non siamo ancora nemmeno arrivati alla capitale".
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L'orrore compiuto dagli invasori è insensato. Irpin e Bucha sono state anche l'epicentro di numerose violenze contro le donne e contro i bambini, spesso sotto gli occhi delle madri. "Così non partorirete più nazisti ucraini", dicevano i soldati russi stupratori. Cosa è stata per loro la battuta di Putin "Piace o non piace, sopporta, bella mia"? Un ordine dello zar o la promessa che i loro crimini sarebbero stati condonati dalla guerra?
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