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La tecnica del "mordi e fuggi": l'ultima trappola per i russi. Il "manuale" da incubo per Putin

Daniele Dell'Orco
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L'afghanizzazione dell'Ucraina potrebbe essere già iniziata nelle province occupate dai russi. Intorno alla città di Melitopol, nel sud-est del Paese, i movimenti di resistenza partigiana si stanno organizzando e stanno conducendo delle operazioni militari e paramilitari contro l'esercito russo. Secondo il sindaco della città, Ivan Fedoriv (che a marzo era stato catturato dai russi perché "ostile"), almeno 100 soldati di Mosca sarebbero stati uccisi dai "vendicatori" ucraini. Una stima forse esagerata, ma sintomatica del fatto che alcune delle autorità ucraine ci tengano a sottolineare che una parte della popolazione non rinuncerà alla lotta armata.

 

 


MILIZIE VOLONTARIE
Finora, la più importante partecipazione civile ai combattimenti è stata quella svolta dalle Forze di Difesa Territoriale, una milizia volontaria subordinata al comando delle Forze Armate ucraine composta da civili (circa 100mila) che hanno iniziato a prepararsi per la guerra irregolare nelle settimane prima dell'invasione. Le Forze di Difesa Territoriale sono formalmente separate da un movimento di resistenza partigiano o guerrigliero, anche se col passare delle settimane è ragionevole pensare a un mescolamento. Con la creazione di un Centro di Resistenza Nazionale, che ha un sito internet in ucraino e in inglese, molti dei loro componenti, addestrati e coordinati a distanza dalle Forze Armate, hanno iniziato a raccogliere adesioni e reclutare "vendicatori". Attraverso il Centro di Resistenza, oltre a una rete di contatti, è possibile reperire istruzioni dettagliate per le azioni partigiane, come organizzare imboscate, rispondere agli attacchi chimici e organizzare la resistenza pacifica. Sul sito si legge: «Per diventare un vendicatore invisibile che gli occupanti temeranno è necessario conoscere le tattiche, la medicina, la sicurezza su internet, le armi fatte in casa e le azioni non violente». Il Centro ha anche pubblicato un manuale di resistenza civile con consigli su come abbassare il morale degli occupanti e altre forme di resistenza passiva e su come i normali cittadini possono aiutare il movimento di resistenza fornendo cibo, cure e riparo.

 

 


ARSENALI CLANDESTINI
Come tutti i movimenti partigiani del mondo, anche quello ucraino è costituito per la maggior parte da contadini e altri abitanti dei villaggi che conoscono intimamente il terreno, capaci di impegnarsi in tattiche "mordi e fuggi" e che possono tenere testa a un invasore in scenari inaspettati. Tra l'altro, molti di loro sono già armati, visto che la caccia è da sempre molto popolare in diverse regioni dell'Ucraina. Prima della guerra la percentuale di armi da fuoco diffusa tra i civili era già di 9,9 ogni 100 abitanti, e decine di migliaia di armi leggere in più sono state poi distribuite dal 24 febbraio in avanti dal ministero della Difesa ucraino. I partigiani ucraini, insomma, sono abili e arruolabili, e anzi avrebbero già condotto azioni importanti a Melitopol, Berdyanske Kherson, come l'omicidio del blogger filorusso Valery Kuleshov a cui ha fatto seguito la comparsa in città di volantini anonimi con su scritto: «Occupanti russi e tutti coloro che li sostengono. Siamo vicini, stiamo già operando a Kherson. La morte vi aspetta tutti! Kherson è Ucraina». C'è il rischio, ovviamente, che la Russia possa adottare contromisure brutali, come quelle viste in Cecenia e prima ancora proprio in Ucraina, quando milizie di nazionalisti si opposero per almeno 10 anni ai sovietici. Oltre 100mila persone vennero uccise nelle rappresaglie e altrettante vennero deportate in Siberia e in Asia Centrale nel corso degli anni. I gulag, insomma, potrebbero essere riaperti.

 

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