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La più grande disfatta per Putin. Qual è il "segreto del mare" che custodisce Zelensky

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Vladimir Putin ko, almeno nel Mar Nero. Davanti alla città ucraina di Odessa, infatti, l'esercito di Kiev sta tenendo in pugno un'intera flotta russa. Un dettaglio non da poco, visto e considerato che in questa zona Mosca vantava ben 7 navi di grande stazza e 2/3 sottomarini con motori diesel. E a nulla sembra servire l'aviazione basata in Crimea - che più volte è venuta in soccorso della Russia -, con i suoi droni armati l'Ucraina è riuscita ad affondare anche le due motovedette che navigavano vicino all'Isola dei Serpenti. L'uso dei droni in modo massiccio è il vero "segreto" per vincere la battaglia navale. Ma non è tutto. Tanti i successi registrati da Volodymyr Zelensky. In attesa di una conferma alla notizia che vede l'aviazione di Kiev colpire con un missile la fregata "Ammiraglio Karkov", si ricorda che sono molti gli attacchi inflitti con un esito positivo per l'Ucraina.

 

 

Basta pensare all'affondamento il 13 aprile dell'ammiraglia della flotta russa, l'incrociatore lanciamissili "Moskva", quello datato 24 marzo di una grossa nave da sbarco, la "Rostov" assieme a due imbarcazioni minori. E infine quello di lunedì scorso, quando altre due motovedette russe sono state attaccate dall'esercito ucraino. Proprio in quest'ottica un eventuale danneggiamento della "Ammiraglio Karkov" è importantissimo. D'altronde la fregata, entrata in linea da pochi anni, è di difficile sostituzione perché l'industria meccanica russa ha sempre avuto consistenti difficoltà nella realizzazione di grandi motori marini.

 

 

Ma cos'è davvero la Karkov? Stando alle informazioni giunte l'imbarcazione porta il nome di un notissimo ammiraglio russo di origine finlandese che alla fine dell'800 rafforzò moltissimo la flotta di Mosca ma la cui carriera fu stroncata dalla sconfitta nella battaglia di Tsushima. Ancora non è dato sapersi se Karkov sia o meno stata colpita come invece affermano soddisfatti gli ucraini. Certo è che dietro ad alcuni attacchi ci sarebbero gli Stati Uniti. Qualche giorno fa fu il New York Times a svelare che dietro l'uccisione dei generali russi ci fosse proprio lui: Joe Biden.

 

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