Alina Kabaeva in black-list, cala la scure sulla fidanzata di Putin: come la puniscono, colpo al cuore dello zar
Nell’incontro a porte chiuse al Parlamento Europeo si è parlato di embargo del petrolio, e l’Ungheria ha chiesto esplicitamente a Bruxelles di sbloccare i propri fondi congelati per delle violazioni sullo stato di diritto. “Sbloccateci i soldi del Recovery Fund e noi vi sblocchiamo l'embargo sul petrolio". Mario Draghi ha risposto: "Neanche per sogno. Se volete che sblocchiamo i soldi del Recovery Fund, accogliete le nostre richieste sullo stato di diritto". La richiesta è stata respinta ma Bruxelles punta a chiudere l’accordo prima del nove maggio.
Una possibilità realizzabile potrebbe essere quella che la Commissione europea potrebbe stanziare dei fondi extra per i Paesi che dipendono al 100% dalla Russia, come ad esempio Ungheria e Slovacchia. “L'idea è quella di concedere delle risorse del Repower Ue, il fondo per la diversificazione energetica. E il blocco del petrolio prevede già un phasing out graduale, ritagliato ad hoc proprio sui Paesi più penalizzati dalla sanzione” questo quanto riportato dalla Repubblica. Sembrerebbe che anche la presunta fidanzata di Putin, Alina Kabaeva, sia stata inserita nella black list del sesto pacchetto di sanzioni. Le sanzioni comportano il congelamento dei beni e il divieto di ingresso nei paesi europei.
Il Repower Ue potrebbe lenire le sofferenze dell’Ungheria che, a causa dell’embargo sul petrolio, subirà conseguenze ben peggiori rispetto alla Russia. Il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni si è espresso al riguardo e ha affermato che: “I Paesi membri arriveranno a un "percorso comune" per decretare un embargo "graduale" alle importazioni di petrolio dalla Russia”. Anche Vincenzo Amendola si è esposto deciso: “Nelle sanzioni noi saremo uniti, ci saranno dibattiti sulle difficoltà dei singoli Paesi ma la strada è già tracciata”.