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Murmansk, 3mila testate nucleari puntate verso di noi: "Massima allerta", l'arma segreta del Cremlino

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Si chiama Murmansk ed è "la pistola puntata alla tempia dell'Occidente". Marzio Mian, nella penisola di Kola, descrive l'arma segreta di Vladimir Putin posizionata a soli 200 km dal confine con la Norvegia e dunque con la Nato. È qui che ci sono tutti i sommergibili nucleari e buona parte dei missili russi. Tra il mare di Barents e il Mar Bianco, nell’Artico russo occidentale, si trova la vera minaccia del presidente russo: tra le duemila e le tremila testate nucleari. Proprio ai generali delle 22 basi nella penisola di Kola, secondo Fanpage, si riferiva Putin il giorno in cui ordinò l'allerta nucleare. 

 

 

Ma non è tutto, perché la Russia vanta ventimila uomini delle truppe speciali della Marina che aspettano l’ordine d’entrare in azione a Odessa. La situazione è dunque delicatissima. "Qui sono tutti in allerta, da una parte e dall’altra del confine. Con l’entrata nella Nato di Finlandia e Svezia questo diventerà il posto più caldo del Pianeta”, riferiva a Fanpage Thomas Nielsen, giornalista norvegese. 

 

 

Oltre alle armi schierate, l'Occidente teme un'altra possibile crisi che vede al centro della contesa sempre il mare di Barents. La parte incontaminata del Mar Glaciale Artico a nord della Norvegia e della Russia è da tempo oggetto di un accordo tra i due paesi che consente loro di pescare un determinato numero di merluzzi bianchi artici. Accordo che con la guerra in Ucraina e le sanzioni occidentali potrebbe andare in fumo. Non a caso il Consiglio Artico, gruppo internazionale chiamato a proteggere queste acque incontaminate oggi presieduto da Mosca, ha già "punito" l'Occidente sospendendo tutte le attività, inclusa la ricerca sui cambiamenti climatici. Insomma, il peggio potrebbe avverarsi.

 

 

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