Lula attacca Zelensky: "Perché la colpa della guerra è pure sua. Cosa ha fatto"
Adesso anche l'ex presidente del Brasile, Lula mette nel mirino Zelensky. In un'intervista al Time, Lula non usa giri di parole e attacca il presidente ucraino affermando che la crisi tra Kiev e Mosca non è solo responsabilità delle scelte dello zar. Le sue parole di fatto sono chiarissime: "Putin non doveva invadere l'Ucraina ma non è l'unico colpevole. Vedo il presidente ucraino parlare in tv ed essere applaudito in tutti i parlamenti del mondo ma questo ragazzo è colpevole quanto Putin. In guerra non c'è mai un solo responsabile".
"Come ammorbidire Zelensky". Alessandro Orsini, gli estremi rimedi contro il premier ucraino
Insomma Lula va contro il numero uno di Kiev e di fatto dà una analisi diversa su quanto sta accadendo in Ucraina. Nel la sua intervista al Times poi Lula ha aggiunto: "Non conosco il presidente dell'Ucraina ma il suo comportamento è un po' strano - aggiunge - è in televisione mattina, mezzogiorno e sera. Dovrebbe essere al tavolo delle trattative. Voleva la guerra perché se non l'avesse voluta avrebbe negoziato di più". Parole di fuoco che di certo innescheranno polemiche a non finire. Lula punta il dito in modo diretto su Zelensky e lo fa attaccando una sua presunta esposizione mediatica. La presa di posizione di Lula lo collocherà di certo tra le fila dei filo-Putin dove sono finiti diversi altri esponenti politici del palcoscenico internazionale. Intanto sul fronte della battaglia infuria l'offensiva russa su Azovstal.
Ma le forze ucraine a quanto pare stanno resistendo. Il ministro ucraino Kuleba ha affermato: "L'acciaieria Azovstal resiste ancora nonostante i russi attacchino tutti i giorni con bombe o tramite la fanteria". E ancora: "Registriamo il successo nell'evacuazione di parte dei civili presenti, anche grazie all'Onu - aggiunge - questo prova che quando c'è la volontà politica in Russia questo meccanismo può funzionare". Ma la battaglia non accenna a spegnersi. E finora sia sul fronte ucraino che su quello russo sono mancati segnali chiari per una intesa che possa mettere la parola fine alle ostilità.