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Bucha, il "macellaio" Kolotsey? "Siete pazzi, non esco dalla Bielorussia da due anni", cosa non torna

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Sergei Kolotsey è stato ufficialmente accusato di essere uno dei “macellai” di Bucha. La procuratrice generale ucraina, Iryna Venediktova, ha mostrato le prove a sostegno di questa tesi: il comandante di un’unità della Guardia Nazionale russa è accusato di aver ucciso quattro uomini disarmati e di aver costretto un’altra vittima a confessare attività sovversive contro l’esercito di Mosca. Inoltre ci sono foto e video che mostrano Kolotsey impegnato a spedire in Russia oggetti presumibilmente rubati in Ucraina.

 

 

“Voi siete fuori di testa”, è stata la replica dalla Bielorussia di Kolotsey, che nega categoricamente qualsiasi coinvolgimenti con i massacri di Bucha. “Io non c’entro nulla - ha aggiunto - i blogger ucraini postano dei video in cui legano il mio nome a presunti eventi successi a Bucha. Voglio dire a quelli che usano queste informazioni contro me e la mia famiglia che io non ho niente a che fare con tutto questo. Non metto piede fuori dalla Bielorussia da più di due anni. Hanno fatto di me un criminale di guerra, ma io non ho niente a che vedere con le forze armate - ha chiosato - non ho nemmeno prestato servizio nell’esercito”.

 

 

Eppure per essere stato identificato come il primo sospettato di alcuni omicidi avvenuti a Bucha devono esserci delle prove che smentiscono la sua versione. “La polizia ha stabilito che il 18 marzo Kolotsey ha ucciso quattro uomini disarmati - si legge nel rapporto della procuratrice generale ucraina - poi nei giorni successivi ha torturato e sottoposto un civile a una finta esecuzione”. Inoltre sono state pubblicate delle immagini estratte da un video in cui si vede Kolotsey spedire in Russia il cofano di un’auto.

 

 

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