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Tv russa, "come li ammazziamo grazie a Sarmat": ridono del nostro sterminio, un video terrificante

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Carlo Nicolato
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Su una navicella spaziale aliena in un conciliabolo di romulani dall'aria improbabile si discute di distruggere la terra con armi potentissime contro cui gli umani nulla possono. Quella pessima puntata, vista e rivista mille volte, di una stagione qualsiasi di Star Trek è diventata improvvisamente realtà sulla tv di Stato russa Rossija 1, dove un gruppo di giornalisti, politici e convitati dall'aspetto non poi così diverso dai romulani, se la ride immaginando di distruggere le città occidentali in qualche secondo con i loro invincibili missili a testata atomica.

 

Il capo dei romulani è Aleksey Zhuravlyov (presidente del partito nazionalista Rodina) il quale durante la trasmissione "60 Minuti" se ne esce tra il serio e il faceto dicendo che «basta un Sarmat ed è fatta, non ci sono più le isole britanniche». Non si sa bene se il Sarmat sia una delle «armi mai viste prima» di cui parlava qualche giorno fa Putin, ma attorno alle sue incredibili capacità sono già sorte leggende che eccitano sessualmente personaggi del calibro di Zhuravlyov o di Dmitry Rogozin, il capo dell'agenzia spaziale russa che qualche giorno fa lo ha definito «il missile più potente del mondo».

«SIAMO PERSONE SERIE»
Nel gioco delle parti della trasmissione la conduttrice Olga Skabeyeva ferma il discorso di Zhuravlyov dicendo che «noi però siamo persone serie», come dire che a questo punto non arriveremo mai, ma il romulano dei Rodina, che in russo significa «madrepatria», insiste, sostiene di parlare seriamente e che siccome «ci accusano di essere uno Stato terrorista...». Stavolta è l'altro conduttore a interromperlo, si tratta del giornalista e deputato di Russia Unita (il partito di Putin) Evgeny Popov, noto anche fuori patria per la sua manifesta simpatia per l'ex presidente americano Donald Trump e per l'odio di quello attuale. Con aria grave Popov fa presente che anche la Gran Bretagna possiede armi nucleari e che nel caso si lanciasse un Sarmat in quella direzione gli inglesi reagirebbero con pari moneta e nessuno sopravviverebbe, «nessuno sul Pianeta».

 

Zhuravlyov che appoggia il governo alla Duma e che al Cremlino viene considerata persona seria e rispettabile forse più di Popov, non cede: «Faremo tabula rasa» insiste, e la Skabeyeva ti butta lì un banale «mai dire mai» di rara raggelante stupidità. Zhuravlyov però la sa più lunga di tutti e da vero nazionalista ha una fede cieca nelle micidiali armi del suo Paese, ancora meglio se sono "segrete" e finora mai utilizzate. «Dato che stiamo parlando di queste armi, la domanda è: possono abbatterlo?» si chiede e poi si risponde, sempre più incattivito, che «il missile non può essere intercettato, le loro capacità sono limitate. Dicono di poterlo abbattere, vedremo se è così».
 

IL MISSILE IPERSONICO SARMAT
Mentre parla la regia manda in onda inquietanti immagini del lancio tra le fiamme di un missile enorme, probabilmente il Sarmat durante le prove al cosmodromo di Pleseck. E poi una infografica che fa letteralmente andare in visibilio il furioso Zhuravlyov: è una mappa che mostra la traiettoria del missile lanciato da Kaliningrad. La conduttrice Skabeyeva dice che il missile dall'enclave russa ci metterebbe solo 202 secondi per distruggere Londra, 200 Parigi e ancora meno Berlino, manco due minuti (106 secondi). Zhuravlyov non sta nella pelle, ormai se potesse schiaccerebbe lui il fatidico bottone: «Contate i secondi, potete farlo? Hello, è già qui... prendete un cronometro, contate 200 secondi. È così che dobbiamo parlargli perché non capiscono nient' altro». Ci consola però un dato storico: le armi segrete hanno sempre portato iella ai dittatori.

 

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