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Subito dopo Lavrov... Un fatto clamoroso alla tv cinese: Pechino scarica Vladimir Putin?

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A che gioco gioca la Cina? Ruolo di mediatore per la pace in Ucraina, temendo una Terza guerra mondiale che possa sconvolgere la priorità di Pechino, vale a dire il commercio globale? Oppure sponda per la vera ambizione di Vladimir Putin, quella di rovesciare il vecchio ordine mondiale a trazione Usa-Occidente, magari scommettendo sul "secolo cinese"? Qualcosa, dalle parti di Xi Jinping, sembra muoversi in maniera abbastanza sorprendente.

 

 



Nei giorni scorsi l'agenzia cinese Xinhua ha intervistato nello stesso torno il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e l'omologo ucraino Dmytro Kuleba. E proprio quest'ultima, sottolinea Guido Santevecchi sul Corriere della Sera, rivela a una attenta analisi un discreto, ma clamoroso cambio di rotta. E' Kiev a invocare l'aiuto di Pechino, l'Ucraina fa storicamente parte dell'Europa, gli Stati Ue sono terrorizzati dall'espansionismo di Putin. Parole chiare, senza censure. Si nominano concetti come "invasione" o "aggressione", sempre molto delicati quando si parla di Cina. C'è un passaggio significativo, quello in cui si sottolinea come "questa guerra non è in linea con gli interessi della Cina. La crisi alimentare globale, i problemi dell’economia rappresentano una grave minaccia per la Cina. Considerate anche che la Russia sta paralizzando la Belt and Road Initiative lanciata dalla vostra leadership (le nuove Vie della Seta disegnate da Xi, che dovrebbero passare anche dall’Ucraina, ndr)".

 

 

 

 

Lo dice Kuleba, e suonano come parole ovvie. Ma il fatto che in Cina vengano pubblicate, senza tagli né omissioni, suona come un colpo durissimo al Cremlino visto che fino a pochi giorni fa la versione ufficiale di fatto coincideva con quella russa. "Le due interviste sono comparse quasi appaiate sulla Xinhua - sottolinea il Corsera -, per la precisione quella a Lavrov alle 8 del mattino del 30 aprile; quella a Kuleba alle 9. Nel complicato modo di operare e di comunicare di Pechino, la quasi contemporaneità potrebbe essere un segnale a Putin perché si convinca a fermare la guerra? Oppure, tenendo ferma per un’ora l’intervista a Kuleba, un modo per ribadire che Mosca viene sempre al primo posto nella politica cinese?". La "amicizia senza limiti" di Xi per Putin non andrebbe però messa in discussione. La speranza, semmai, è che avendo "Il portafogli in corrispondenza del cuore", il presidente cinese si limiti a una "neutralità pro-russa" che potrebbe in ogni caso spostare gli equilibri nel negoziato e raffreddare, di molto, la temperatura di una guerra globale sempre più calda.

 

 

 

D'altronde, a Pechino i timori di disastro sono sempre più concreti, considerata l'indiscrezione del Financial Times secondo cui lo scorso 22 aprile si sarebbe tenuta una riunione top secret "nella quale le autorità di regolamento finanziario hanno messo a punto una strategia per evitare che le banche cinesi finiscano nel mirino delle sanzioni". Pechino, è la traduzione, "non è disposta a rischiare tutto per sostenere l’amicizia senza limiti e la partnership strategica con Mosca".

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