Beseda, la spia di Putin ricompare al funerale? "Vecchia tattica Kgb": cosa c'è dietro
"La vecchia tattica del Kgb". La ricomparsa pubblica della spia russa Sergey Beseda ai funerali del veterano della polizia segreta del Cremlino Nikolay Leonov ha stupito il mondo ma forse non chi sa come funzionano le cose a Mosca. Protagonisti della scena pubblica che scompaiono improvvisamente, altri "dimenticati" e relegati chissà dove che riemergono dopo mesi, se non anni, di misteriose purghe.
Il generale Beseda era direttore del Quinto Servizio, il settore esteri dell'Fsb (il servizio che ha sostituito il Kgb), un ruolo letteralmente inventato dal presidente russo Vladimir Putin, a fine anni 90. Beseda ne era a capo dal 2004, dopo aver guidato il dipartimento addetto alla sicurezza del presidente in persona. Di fatto, il braccio destro di Putin. Poi, lo scorso 10 marzo a pochi giorni dall'inizio della guerra in Ucraina, i giornalisti di inchiesta Andrei Soldatov e Irina Borogan sganciano la bomba: Beseda è stato fatto fuori, insieme al suo vice Anatoly Bolyuch, letteralmente "cancellati" dall'Fsb.
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Indiscrezioni mai confermate li indicavano chiusi nel carcere di Lefortovo, come colpevoli del fallimento della guerra-lampo ipotizzata dal Cremlino. Sarebbe stato Beseda, insomma, a rassicurare Putin sulla resistenza nulla degli ucraini, rivelatasi invece assai determinata e coriacea. "Beseda - sintetizzava il Corriere della Sera domenica 1 maggio -, era l'agnello sacrificale di maggior peso". Ora, il colpo di scena con il ritorno in pubblico. Secondo i media indipendenti russi, la sorte del funzionario ripudiato "è un classico del vecchio Kgb, un tentativo di mascherare i dissensi interni usando il rito funebre del veterano". Tutto a questo all'ombra del mistero degli oligarchi vicinissimi a Putin e suicidi (o suicidati?) insieme alle rispettive famiglie, una scia di sangue che sempre nell'esempio del fu Kgb condurrebbe direttamente al Cremlino. Altro che raptus e follia personale.