Vladimir Putin "morto in carcere o all'ergastolo". Emma Bonino, la fuga di notizie dall'Aja
Conto alla rovescia per la messa in stato d'accusa di Vladimir Putin. Il presidente russo, che il 24 febbraio ha deciso di invadere l'Ucraina, "sarà processato, non resterà impunito, come non lo è stato Milosevic. E la Corte penale internazionale si sta già muovendo". Ad assicurarlo, anticipando le prossime mosse europee, è Emma Bonino, ex ministra degli Esteri e commissaria Ue che ha contribuito a scrivere lo statuto della Corte dell’Aja. La leader radicale, con ottime entrature a Bruxelles, in una intervista a Repubblica spiega, senza mezzi termini: "Putin è il responsabile unico di questa aggressione violenta, non provocata e ingiustificabile. Gli sforzi diplomatici ci sono, l’ultimo è la visita del segretario generale dell’Onu a Mosca e a Kiev". Antonio Guterres ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e lo stesso presidente, chiedendo una tregua e ottenendo in tutta risposta un gelido "niet", senza un accordo preventivo (e del tutto favorevole a Mosca) sui territori della Crimea e del Donbass.
"Il punto - sottolinea la Bonino - è che Putin non sente ragioni e prosegue il suo tentativo di occupazione militare del territorio ucraino in nome della fantomatica de-nazificazione e della de-ucrainizzazione della Repubblica guidata da Zelensky. L’Onu - ricorda la fondatrice di +Europa - è paralizzata dal diritto di veto nel Consiglio di sicurezza. La Corte penale internazionale può avere un ruolo decisivo, accertando i crimini di guerra e contro l’umanità".
Se oggi un mandato di cattura per Putin sembra impossibile "lo sembrava anche per l’onnipotente Milosevic ai tempi del tribunale ad hoc per l’ex Jugoslavia, e per i suoi complici Karadzic e Mladic. Il primo è morto in carcere all’Aja, i secondi sono all’ergastolo. Il problema non è spiccare il mandato di cattura quanto la sua messa in esecuzione. Putin può sfuggirvi, ma non per sempre".