Emmanuel Macron, "la reazione di Draghi dopo Bucha". Indiscreto: rapporto con Putin a picco
"Io e Mario Draghi dopo Bucha siamo rimasti attoniti. Non abbiamo più parlato con Vladimir Putin". Il presidente francese Emmanuel Macron, alla vigilia del ballottaggio per l'Eliseo di domenica contro la sfidante Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, concede una lunga intervista a Corriere della Sera, a Ouest France e al gruppo tedesco Funk. Il tema centrale, ovviamente, è ancora la guerra in Ucraina. "Se mi sono tanto battuto per vie diplomatiche, è perché nel contesto attuale, ogni giorno in cui la Russia decide di passare al livello superiore sul piano militare, diplomatico o tattico, riduce le sue possibilità di un ritorno alla normalità, e riduce la nostra capacità di costruire una pace durevole. Tenuto conto dei crimini di guerra adesso accertati, delle scelte fatte dalla Russia, del modo di condurre la guerra nel Donbass e a Mariupol, tenuto conto delle provocazioni sul nucleare a partire da fine febbraio e dei test fatti mercoledì, c'è chiaramente una volontà di escalation da parte della Russia".
I toni su Putin sono duri, così come quelli contro la Le Pen: "La nostra prima responsabilità - prosegue il presidente uscente - è di fare tutto il possibile per aiutare l'Ucraina. Penso che abbiamo tutti avuto ragione nell'aiutare l'Ucraina, da un punto di vista finanziario e militare. Chi la pensa come Marine Le Pen non avrebbe offerto alcun aiuto all'Ucraina. In secondo luogo, dobbiamo aumentare le sanzioni e mantenere la pressione sulla Russia, ma facendo attenzione a non cedere ad alcuna escalation".
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Per molte settimane, è l'opinione dei commentatori francesi, il presidente si è concentrato sull'Ucraina dimenticando la campagna elettorale interna. "Ho parlato a Vladimir Putin ogni volta che Zelensky me l'ha chiesto. Non bisogna dimenticare che il presidente ucraino vuole questo contatto", prosegue. "È in questo contesto che il nostro ruolo è utile. E bisognerà preparare la pace. Un giorno ci sarà un cessate il fuoco. Ci saranno potenze garanti, e noi saremo tra loro. Dunque penso che si debba essere molto attenti. Lo dico con molta gravità e, oserei dire, con una forma di peso etico, ma se per stanchezza scegliamo di non parlargli più, allora lasciamo la responsabilità di parlare con Vladimir Putin al presidente turco, al primo ministro indiano, al presidente cinese. E decidiamo che saranno i non europei a costruire la pace in Europa, il giorno dopo. Dunque, anche se è molto duro, anche se è talvolta inefficace, bisogna insistere".
Macron insiste sul rischio escalation, "molto alto": "Quel che è successo mercoledì, con il lancio del missile intercontinentale, è molto grave. I due pericoli sono l'escalation verticale e quella orizzontale", spiega. "La prima consiste nel cambiamento di natura della guerra e nel ricorso ad armi non convenzionali, da quelle chimiche alle nucleari balistiche. L'escalation orizzontale è la cobelligeranza dei Paesi alleati o di altre potenze. Penso che dobbiamo fare di tutto per evitare questo incendio, fermando la guerra".