Vagit Alekperov, il presidente Lukoil si dimette. Lo schiaffo dell'oligarca russo a Putin
Terremoto al Cremlino. Vagit Alekperov, presidente della compagnia petrolifera russa Lukoil, si è dimesso dall'incarico, dopo essere stato colpito da misure restrittive personali da parte del Regno Unito. Lo ha comunicato la società in una nota. Alekperov ha abbandonato anche il consiglio di amministrazione di Lukoil, la seconda impresa russa tra quelle non statali per ricavi. Lukoil ha sottolineato che Alekperov non è un azionista di controllo, in quanto possiede il 5,43 per cento del capitale azionario senza diritto di voto, attraverso fondi familiari e fondi comuni di investimento. Alekperov ha ricoperto il ruolo di presidente di Lukoil dal 1993. La sua decisione arriva, dunque, in chiara polemica con la guerra scatenata dal presidente russo Vladimir Putin in Ucraina che ha portato a sanzioni senza precedenti, in Europa, Gran Bretagna e Usa, contro gli oligarchi e le personalità più vicine al Cremlino.
"Esercito di me***, generali ubriachi": Oleg Tinkov, il miliardario russo che umilia Putin
Alekperov è uno degli uomini più ricchi della Russia. La maggior parte delle azioni del colosso petrolifero Lukoil sono di sua proprietà e del vice, Leonid Fedun. La notizia delle sue dimissioni anticipate da presidente e ceo di Lukoil, comunicate con una scarna nota al presidente del consiglio di amministrazione della società non devono stupire più di tanto. L'oligarca russo qualche tempo fa aveva infatti già chiesto a Mosca di porre fine rapidamente al conflitto in Ucraina, diventando così la prima grande compagnia nazionale russa ad opporsi alla guerra. Sarà per questo che il magnate petrolifero è stato uno dei pochissimi oligarchi esclusi dalle sanzioni di Unione europea e Stati Uniti, mentre era entrato nel mirino del Regno Unito che il 13 aprile lo ha incluso nella sua black list.
E prosegue intanto la campagna anti-miliardari russi in Europa. Il quotidiano cipriota Phileleftheros riferisce che il Consiglio dei ministri di Cipro ha avviato la procedura per la revoca della cittadinanza a quattro oligarchi russi in seguito alle sanzioni occidentali alla Russia: Grigory Berezkin, Oleg Deripaska, Igor Kesaev e Gulbakhor Ismailova, e a 11 membri delle loro famiglie. I quattro imprenditori sono titolari dei cosiddetti "passaporti d'oro" concessi da Cipro in cambio di investimenti sull'isola. Già lo scorso 13 aprile, la stessa decisione era stata presa per Mikhail Gutseriev, Alexander Ponomarenko, Vadim Moshkovich, Alexey Kuzmichev e le loro famiglie.