Moskva, fregati dal drone e infilzati dal missile Neptune: caporetto russa, "come è affondato l'incrociatore"
Continua a tenere banco il caso dell'incrociatore missilistico Moskva, la più grande nave militare affondata dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Nave russa, colpita nel Mar Nero dalla resistenza ucraina ieri, giovedì 14 aprile. Si tratta di una nave più grande del General Belgrano argentino, che fu distrutto dalla marina inglese nel 1982, nel bel mezzo della guerra delle Falkland.
Il Cremlino smentisce che sia stata colpita, parlando di un incendio divampato a bordo per un malfunzionamento. Dunque, aggiunge la Russia, la Moskva sarebbe affondata mentre veniva rimorchiata. L'Ucraina al contrario rivendica l'affondamento.
Un colpo, nel caso fosse confermato: l'incrociatore è infatti un mezzo all'avanguardia e altamente tecnologico, difficile da colpire. Come hanno fatto dunque ad affondarlo? Una spiegazione la offre su Twitter Chris Owen, esperto di guerra, secondo cui l'esercito di Kiev avrebbe utilizzato un drone Bayraktar TB-2 per trarre in inganno i radar della nave, in modo da poter poi colpire al fianco l'incrociatore. Secondo Owen, il radar del Moskva avrebbe un campo visivo di soli 180 gradi, utilizzato per guidare i missili S300.
Dunque il drone sarebbe decollato catturando l'attenzione dei sistemi di difesa. Nel frattempo sarebbe stato lanciato un missile Neptune dalla costa, che avrebbe colpito l'incrociatore. Il mare in burrasca avrebbe contribuito a celare l'attacco ucraino: la mossa, insomma, sarebbe stata studiata sin nei minimi dettagli.