Generale Dvornikov, "senza pietà". Perché Putin gli ha dato le chiavi della guerra: metodo Grozny, bagno di sangue
Per cercare di vincere la sua "operazione militare speciale" in Ucraina la Russia ora si affida al generale Alexander Dvornikov, veterano della guerra in Siria. Secondo quanto riportato da una fonte occidentale alla Bbc, il Cremlino ha nominato il generale primo anello della catena di comando alla guida dell'invasione. Finora l'esercito russo ha mantenuto indipendenti i comandi dei vari gruppi operativi e i problemi di coordinamento e comunicazione tra essi sono ritenuti tra le ragioni principali del fallimento degli iniziali obiettivi di Mosca, che, in 44 giorni di guerra, ha catturato una sola grande città, Kherson, e ha dovuto abbandonare il proposito di impadronirsi di Kiev.
Il presidente russo, Vladimir Putin, potrebbe anteporre alcuni "imperativi politici" ad altre "priorità militari", ha aggiunto la fonte. Il capo del Cremlino ha bisogno di un trofeo da sbandierare il 9 maggio, il giorno in cui Mosca ricorda la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, mito fondativo della Russia contemporanea. Per questo il "generalissimo" dovrà per quella data conquistare almeno il Donbass.
La sua strategia di attacco punta a terrorizzare la popolazione, riporta il Giorno. Le stragi di civili non sono certo una sorpresa: è quello a cui ci ha abituato l'esercito russo dalla Cecenia alla Siria. Tra gli esecutori della 'tecnica Grozny', di fare terra bruciata delle città, comandante dell'intervento militare russo in Siria per il quale è stato insignito del titolo di 'eroe delle Federazione russa', Dvornikov è spietato e agli occhi del Cremlino è come il Mr Wolf di Pulp Fiction: risolve problemi. Sarà all'altezza anche in Ucraina per Putin?