Vladimir Zhirinovsky, morto il "profeta" della guerra in Ucraina: "Alle 4 del 22 febbraio...", Putin piange un fedelissimo
Se n’è andato, e questa volta sul serio. Vladimir Zhirinovsky è morto di Covid all’età di 75 anni mercoledì sera. Era stata creata addirittura una legge dai deputati del suo partito per tutte le fake news riguardanti la sua morte. Ma questa volta è tutto vero.
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Sicuramente un personaggio che verrà ricordato nella memoria mondiale, nel bene e nel male. Soprattutto dai suoi devoti che fino all’ultimo l’hanno sostenuto. Un immagine di uomo duro ma allo stesso tempo pittoresco, conosciuto a partire dagli anni Novanta. Zhirinovsky è stata la figura chiave nella storia post-sovietica e leader del partito liberaldemocratico. Ricordato anche per colui che sfidò lo scrittore Limonov a scolare una bottiglia di vodka più velocemente. E ancora, quando si permise di ridicolizzare Boris Nemstov che tentava di opporsi a Vladimir Putin di fronte al pubblico televisivo.
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A ricordarlo in un messaggio di condoglianze inviato alla Duma, il presidente Putin scrive: “Vladimir Zhirinovsky era un politico esperto, un uomo energico e aperto, un eccezionale oratore e polemista è stato il fondatore e il leader inflessibile di uno dei più antichi partiti politici del paese. Ha fatto molto per la formazione e lo sviluppo del parlamentarismo russo, della legislazione interna e ha voluto sinceramente dare un contributo a risolvere i problemi principali del Paese. Ha sempre difeso la posizione patriottica e gli interessi della Russia di fronte a chiunque e nelle discussioni più importanti”. Convinto negazionista del Covid, alla fine ne è diventata la sua ragione di morte. Inoltre viene ricordato perché lo scorso dicembre, nel suo ultimo intervento alla Duma, disse che l’invasione ci sarebbe stata "alle 4 del mattino del 22 febbraio". Si era sbagliato di due soli giorni. Poche ore dopo, venne ricoverato.