Volodymyr Zelensky? "Ecco chi scrive i suoi discorsi": la 'manina americana', adesso tutto torna
I discorsi di Volodymyr Zelensky non fanno mai una piega: le parole che il premier ucraino ha pronunciato davanti ai parlamentari di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Francia, dall'Inghilterra all'Italia, sono sempre state apprezzate e mai considerate fuori luogo. Ne parla anche Dagospia nel suo ultimo report sul portale: "Quanto è bravo Zelensky! Che efficacia i suoi discorsi! Il presidente ucraino, che come una Madonna pellegrina è apparso in tele-conferenza nei parlamenti di mezza Europa e pure al Congresso americano, conciona, minaccia, evoca, s’appella alla coscienza, fa presa sui media e sugli ascoltatori".
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Dago fa notare che sicuramente la sua carriera da attore, precedente a quella nella politica, lo aiuta molto: "Da ex attore, sa come dosare gesti e intonazione della voce. Conosce il valore delle pause, delle espressioni severe. Maneggia la comunicazione in modo esemplare". Le sue citazioni nei discorsi sono spesso state giudicate appropriate: nel Regno Unito, per esempio, ha fatto riferimento a Winston Churchill e a William Shakespeare; mentre negli Stati Uniti ha parlato degli attentati dell’11 settembre, non dimenticando la notissima frase di Martin Luther King, "I have a dream".
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Nel Dagoreport però si fa riferimento anche a un retroscena, un dettaglio di cui forse non tutti sono a conoscenza: "Nello staff di Zelensky, oltre a generali e funzionari ucraini, c’è anche uno sceneggiatore americano. Realtà, reality e post-realtà ormai s’abbracciano: perché non rivolgersi a chi, le belle storie, sa come raccontarle?".