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Leonid Shyman: "Come tre bombe di Hiroshima assieme". La fabbrica ucraina che potrebbe radere tutto al suolo
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La catastrofe nucleare è stata sfiorata due giorni fa. Una bomba russa ha mancato di soli 800 metri la "Fabbrica Chimica" di Pavlograd. La chiamano "chimica" ma lì si fa tutt'altro: missili intercontinentali a testata nucleare. "Se avesse centrato uno dei magazzini dei missili, addio a tutto e a tutti nel raggio di 150 chilometri". Parola di Leonid Shyman capo progettista e amministratore delegato dell'impianto di Pavlograd dove lavora da 37 anni. Intervistato da Andrea Nicastro per il Corriere, "l'eroe dell'Ucraina" sostiene che "se vogliono distruggere tutto nel raggio di 150 chilometri e uccidere tre milioni di persone, non hanno che da bombardare. L'esplosione avrebbe la potenza equivalente di tre bombe di Hiroshima messe assieme".
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"I russi sanno benissimo cosa abbiamo qui, cosa facciamo e cosa potremmo fare", aggiunge Shyman. Lui crede che "i russi abbiano sbagliato a sganciare, ma il problema è che noi non sapevamo di dover proteggere i missili da una guerra". Lo scienziato racconta che l'Ucraina aveva 1.900 testate atomiche quando l'Urss si è dissolta: "Ogni testata aveva la potenza di 50 bombe di Hiroshima. Le abbiamo date tutte a Mosca in base al Memorandum di Budapest del 1994. Qui a Pavlograd ci sono rimasti i missili che trasportavano le bombe e li dobbiamo smantellare. Adesso togliamo il carburante e lo riutilizziamo, ma il know how resta. Per un po' hanno pagato gli americani, adesso spendiamo 20 milioni l'anno di tasca nostra".
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Shyman puntualizza che "nel Memorandum c'era scritto che, rinunciando alle atomiche, l'Ucraina aveva la garanzia della sicurezza e dell'integrità territoriale. Si parlava anche di astensione dall'uso della forza o della pressione economica nei nostri confronti. I firmatari non erano San Marino o il Principato di Monaco, ma Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna".
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