Leshchenko, consigliere di Zelensky: "Italia garante. Se Putin attacca...". Protocolli segreti: siamo in guerra?
"Grazie all'Italia che assieme ad altri partner occidentali è pronta a garantire l'Ucraina nei negoziati con Mosca". Lo ha detto al Corriere della Sera Serhiy Leshchenko, consigliere senior del Capo di stato maggiore in stretto contatto col presidente Zelensky, pienamente coinvolto nei colloqui con la Russia. Il consigliere è appena tornato dalla cittadina di Trostyents, qui nella regione di Kharkiv, dove le unità ucraine tre giorni fa hanno scacciato le truppe russe: "Prima o poi tutte le guerre finiscono con un negoziato e per noi resta prioritario giungere al cessate il fuoco il più velocemente possibile. Qui la gente muore, tanti ucraini, ma anche tanti russi, a Trostyanets ho visto il sangue e i resti dei loro militari uccisi nei combattimenti, vestiti, stivali e cibo: tutto questo deve cessare al più presto". "Si lavora - continua - a un testo scritto. Noi ci concentriamo sulla sicurezza dell'Ucraina, contro ogni possibile attacco nel futuro, non solo contro aggressioni militari, ma anche contro la guerra ibrida e quella cibernetica. Per questo è fondamentale il ruolo dei Paesi garanti".
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L'Italia potrebbe essere uno di loro: "Certo, noi lo apprezziamo moltissimo, come del resto ringraziamo il premier Draghi per avere detto a chiare lettere, primo tra i leader europei occidentali, che l'Ucraina deve entrare come membro a pieno titolo nella Ue. E' importante, perché l'Italia è uno dei Paesi fondatori della nuova Europa democratica nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale. Noi ucraini vogliamo dirvi che quei valori restano fondamentali, la nostra gente sta lottando e perdendo la vita per difenderli".
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Decisivo un passaggio dell'intervista di Leshchenko: l'Ucraina vuole essere "garantita". "Questo è davvero il punto cruciale del momento. Se voi ci garantite e poi la Russia attacca, significa che anche voi italiani, assieme agli altri garanti, sarete in guerra contro la Russia? Si stanno discutendo i protocolli segreti per mettere a punto la questione. Non ne voglio parlare oggi, sono temi troppo delicati. Le garanzie militari e politiche possono applicarsi in molti modi e ne stiamo parlando direttamente con Roma e con gli altri possibili garanti. Noi vogliamo essere nella posizione migliore per difenderci".
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Quanto all'aspirazione ad entrare nella Nato, che la Russia assolutamente rifiuta: "Il nostro presidente Zelensky ha già detto che non se ne parla, almeno in questi anni. E io sono d'accordo con lui. Ma la Nato ha commesso parecchi errori ed è stata molto ambigua, a partire dal suo summit del 2008, quando Kiev chiese di diventare membro e la Nato rispose confusamente, facendo capire che sarebbe stato possibile in futuro. Ciò ha generato aspettative irrealistiche e pericolose". "Noi - conclude Leshchenko - chiediamo che, se non possiamo essere membri Nato, allora ci vengano date garanzie di sicurezza solide".