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Profughi dall'Ucraina: quanti rischi per i bambini nel nostro Paese, i dati che fanno paura

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Gianluca Mazzini
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Dei milioni di profughi in fuga dall'Ucraina, la metà sono bambini. Secondo i dati Unicef già un milione e mezzo di minori sono fuggiti dalla guerra ma il loro numero potrebbero salire fino a cinque milioni. Decine di migliaia di loro sono soli, senza genitori o fratelli maggiori. Il paradosso è che l'Europa che li accoglie non è un posto poi così sicuro. Sempre secondo l'Unicef per i moltissimi non accompagnati dalle famiglie è altissimo il rischio di rapimento e di finire nel giro della tratta di organi o dello sfruttamento sessuale. Non solo. L'Europa ipertecnologica e progressista che trovano non ha certo a cuore i diritti dei bambini.

 

 

Lo dimostra l'incapacità di Bruxelles di mettere al centro del dibattito politico i valori della famiglia. Con i bambini più oggetto che soggetto di diritto, come dimostrano leggi su aborto, utero in affitto, genitorialità per coppie omossessuali. Non solo. Il nostro è un mondo dove dilaga l'ipersessualizzazione strettamente legata all'iperdigitalizzazione. Spiega Jacopo Coghe portavoce di Pro Vita e Famiglia Onlus: «I dati sono allarmanti. Nel periodo pandemico i casi di pedopornografia on line sono aumentati del 132%. I ragazzi tra gli 11 e i 18 anni passano su internet ben quattro ore al giorno. Vuol dire 28 ore la settimana e due mesi all'anno (notti comprese). Un bambino su quattro ha esperienze scioccanti su Internet e solo il 22% di loro si è confidato con i genitori».

Impressionanti anche i nostri numeri "digitali": 60 milioni di italiani possiedono più di 78 milioni di cellulari, 50 milioni usano internet e 43 milioni sono attivi sui social. Davanti a questo panorama Pro Vita e Famiglia lancia un allarme che, però, non vuole essere allarmismo. Coghe: «È importante che i genitori verifichino il tempo che i loro figli passano su internet. Consigliamo fortemente l'installazione di sistemi di parental control su cellulari e computer per bloccare contenuti non adatti alla loro età. Soprattutto per i bambini di età inferiore a 10 anni che possono utilizzare dispositivi digitali. La prevenzione è fondamentale perché minori che vedono contenuti sessualmente espliciti possono subire ferite profonde e molto spesso insanabili. Non è una guerra ai telefonini, che sono ormai uno strumento essenziale, ma un invito ad un uso consapevole».

 

 

Le conseguenze determinate dall'esposizione dei bambini a contenuti sessualmente espliciti sono gravissime: si va da attività sessuali premature e senza responsabilità ad atteggiamenti violenti. Ci sono, poi, ricadute psicofisiche come dipendenze e comportamenti compulsivi ma anche sociali: incapacità di instaurare legami affettivi a violenza su donne e bambini. L'ipersessualizzazione dilaga sui media a tutti i livelli. Le ultime decisioni del colosso Disney fanno discutere. Nel nuovo capitolo cinematografico della saga di Toy Story, in uscita il prossimo 15 giugno in Italia, verrà inserito un bacio gay tra due donne. Evidente il fine di usare i cartoni animati per influenzare la mentalità dei bambini su argomenti che potrebbero traumatizzarli e confonderli. Il dialogo con i nostri bambini, la verifica dei social e dei contenuti video sono gli unici strumenti efficaci per tutelarli da eventi potenzialmente dannosi.

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