Mosca, "reclutati con 1500 dollari". Russi? Non proprio: chi chiama Putin a combattere in Ucraina. Guerra giá segnata?
1500 dollari al mese per andare a combattere e forse morire in Ucraina. In Italia non sarebbe allettante neanche con questi chiari di luna, ma in un Libano dove a una crisi già gravissima si aggiunge ora anche il rischio di carestia innescato dalla fine dell'export provocato proprio dalla guerra può diventare una cosa allettante. 800 uomini di Hezbollah avrebbero dunque accettato l'invito del Gruppo Wagner di venire al fianco dei russi appunto per quella cifra. La notizia viene data da Novaya Gazeta, testata russa di opposizione, mentre è Nexta Tv a specificare l'ammontare dello stipendio. Il primo gruppo di 200 combattenti dovrebbe arrivare in Bielorussia martedì, per poi andare al fronte. Nato nel giugno 1982 il Partito di Dio, questo è il significato del suo nome, è un'organizzazione libanese di sciiti filo -iraniani creata durante la guerra civile, e che ha molti versanti. Innanzitutto è infatti un partito politico, presente al parlamento libanese con 14 deputati su 128: 13 trai 27 riservati agli sciiti, ma anche un musulmano sunnita. Nel meccanismo consociativo per cui tutti i principali partiti sono rappresentati nel governo ha anche due ministri: Lavori Pubblici e Cultura. Nel contempo è però anche una sorta di holding, stimata nel 2014 da Forbes della capacità di incassare mezzo miliardo di dollari di utili all'anno: da at tività legali, da finanziamenti iraniani, da contribuiti della diaspora libanese nel mondo, ma anche da una quantità di attività illegali, incluso il narcotraffico. Così riesce a gestire una specie di Stato sociale fa-da-te, con scuole, ospedali e perfino il pagamento di pensioni. Ma Hezbollah è anche un apparato militare. Non solo giudicato terrorista in molti Paesi: inventore degli attentati kamikaze, è accusato in particolare dei due attentati anti-ebraici che nel 1992 e 1994 a Buenos Aires fecero 115 morti e quasi 600 feriti, e giusto il 10 marzo il tribunale speciale del Libano ha condannato due suoi militanti per l'omicidio del 2005 dell'ex primo ministro libanese Rafic Hariri. Ha anche una milizia convenzionale capace di mettere in campo 65.000 combattenti. Nella guerra civile siriana ha schierato al fianco di Assad, degli iraniani e dei russi tra i 6.000 e gli 8.000 uomini, e ne sarebbero caduti 1.705. Proprio in Siria i comandi russi avrebbe appreso a apprezzare Hezbollah e Hezbollah avrebbe iniziato a considerare i russi come alleati.
IL BANCO DI PROVA
Sempre secondo la Novaya Gazeta, uffici di reclutamento di Hezbollah sarebbero attivi in Siria nelle città di Qusayr, Aleppo, Yabrud e Sayyida-Zeynab, oltre che in Libano in quel sobborgo meridionale di Beirut in cui Hezbollah ha una roccaforte. Stando a quanto rivelato dal canale Al-Hadas, della società Al-Arabiya, l'incontro tra Hezbollah e Wagner sarebbe avvenuto qualche giorno fa, e a provarlo ci sarebbero dei documenti Non solo Hezbollah, in effetti. Nei giorni scorsi si era parlato dell'arruolamento di almeno 16.000 siriani, e anche di libici e centroafricani. «È bene aiutare tutti coloro che dal medio oriente vogliono aiutare le nostre forze armate nel Donbass», una frase pronunciata da Putin l'11 marzo, che è sembrata confermare queste voci. Ma il Pentagono pochi giorni fa ha chiarito che per ora i siriani in Ucraina non sono ancora arrivati. Scelte del genere sono evidentemente da fare con molta attenzione, visto il ruolo di mediatore che Israele sta provando a esercitare. Però la Russia ha un bisogno disperato di combattenti, e nei giorni scorsi era stato denunciato anche l'arruolamento di immigrati centroasiatici in cambio della promessa di cittadinanza.
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LE FORZE IN CAMPO
La controffensiva che gli ucraini stanno portando avanti attorno a Kiev e verso Kherson dimostrerebbe un ripiegamento di reparti russi, che secondo alcune stime avrebbero ormai perso la metà degli effettivi. La cifra Nato di 30-40.000 perdite russe tra morti, feriti, dispersi e prigionieri non è troppo controllabile, i 10.000 caduti ammessi sul sito web del giornale filo-Cremlino Komsomolskaya Pravda e poi subito scomparsi con accuse di attacchi hacker sono un mistero, ma i 7 generali russi morti sembrano confermare un terribile logorio. Come pure il fatto che dopo oltre un mese la guerra continua ancora, e il governo di Mosca sembri aver rinunciato all'obiettivo massimo di distruggere l'Ucraina, per concentrarsi sulla semplice occupazione del Donbass. Insomma, il logorio c'è, e il bisogno di buttare nuove forze al fronte è indubitabile. Il Pentagono ha detto che i Russi avrebbero tra l'85 e il 90% della forza iniziale ancora disponibile. Significa che tra il 10 e il 15% sarebbe stata distrutta. Sempre il Pentagono afferma che la Russia starebbe per far entrare in Ucraina altri 10 battaglioni. Sicuramente arriveranno anche altre truppe del ministero dell'Interno, la Rosgvardiya. Anche le repubbliche secessioniste del Donbass hanno incrementato la leva. Rimangono comunque molto pochi rispetto agli ucraini, in base a quel principio base della tattica secondo cui a parità di altri fattori gli attaccanti dovrebbero essere almeno in rapporto 3 a 1 rispetto ai difensori. Sembra invece che, tenendo conto della mobilitazione generale ucraina, i 150-200.000 russi si siano trovati invece ad attaccare i rapporto 1 a 3.