Fede e speranza, politica e odio. Nel giorno della Consacrazione di Ucraina e Russia al Cuore Immacolato di Maria, mentre a San Pietro Papa Francesco e a Fatima il cardinale Konrad Krajevski, elemosiniere del Pontefice, pregano per la pace, dal fronte arrivano parole durissime dall'arcivescovo di Kiev.
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Ci sono molte drammatiche analogie fra i giorni che stiamo vivendo e quelli che precedettero la Prima guerra mondiale, d..."Oggi, insieme al Santo Padre, consacreremo l'Ucraina e la Russia al Cuore Immacolato di Maria - spiega monsignor Sviatoslav Shevchuk nel suo videomessaggio in occasione del trentesimo giorno di invasione del'Ucraina -. Questa consacrazione avrà luogo in tutto il mondo. Ogni vescovo della Chiesa universale compirà questo atto. Cosa significa questo? Significa che non si può mai cercare un accordo, cooperare con questo male che la Russia oggi emana".
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"E quindi - osserva ancora l'arcivescovo Shevchuk - dobbiamo pregare per la sua conversione, per sradicare quel male, 'affinché esso - come ha detto la Madonna di Fatima - non distrugga altri stati, non diventi la causa di un'altra guerra mondiale...'. Noi, come cristiani, abbiamo il dovere di pregare per i nostri nemici". "Da trenta giorni i russi attaccano e uccidono il nostro popolo. L'aggressione russa - denuncia il monsignore - porta via le vite, distrugge le nostre città e villaggi. Ogni notte le bombe e i razzi russi cadono sulle teste dei pacifici ucraini... Nonostante tutto, l'Ucraina sta lottando! E la nostra lotta, la nostra fermezza sollevano anche molte domande. C'è qualcosa oggi per cui una persona dovrebbe dare la vita? Esiste davvero una verità oggettiva, inviolabile, che può costituire il senso della nostra vita? Esiste davvero un male oggettivo e innegabile contro il quale dobbiamo combattere con tutte le nostre forze?".