Jeddah, attacco terroristico con un drone durante le prove libere di Formula 1
Attentato a Jeddah mentre i piloti della Formula 1 si stavano allenando sul circuito cittadino della città portuale dell'Arabia Saudita. Sul finire delle prove libere per il secondo round del Mondiale, c'è stata una fortissima esplosione a poca distanza, circa 20 chilometri. Alle spalle dei piloti si è infatti alzata una grossa nuvola di fumo causata da un lancio di missili su un deposito dell'azienda petrolifera Aramco. Quest'ultimo sponsor del team Aston Martin e già partner commerciale della stessa Formula 1.
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A rivendicare l'attacco è stato un gruppo di ribelli yemeniti Houthi, legati all'Iran. Già a inizio settimana il gruppo si era reso protagonista di diversi attacchi con lancio di missili e droni contro diversi obiettivi sensibili dell'Arabia Saudita. La situazione sarebbe dunque tutt'altro che tranquilla, al punto che si era addirittura messa discussione la disputa del Gran Premio. "Stiamo aspettando ulteriori informazioni dalle autorità su quanto accaduto", ha commentato un portavoce della F1. Dopo essere venuta a conoscenza dell'accaduto, la Federazione sportiva si è riunita in attesa di ulteriori comunicazioni dalle autorità competenti per il prosieguo del weekend arabo. Ma intanto le FP2 andranno regolarmente in scena, anche se con 15' di ritardo dopo una riunione avuta con i piloti.
Già il ministro degli esteri di Teheran Hussein Amir-Abdollahian aveva messo le mani avanti spiegando che "difendere la propria sovranità è una questione degli yemeniti", negando qualsiasi legame dell'Iran con il conflitto in corso. Qualche settimana fa la trattativa sul nucleare iraniano era stato oggetto di una controversia tra Stati Uniti e Russia con l'obiettivo da parte statunitense di far cessare la guerra in Ucraina.