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Russia, cappellano ortodosso ucciso dai razzi ucraini nel giorno di Fatima

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C'è il primo morto russo in territorio russo di questi 30 giorni di guerra in Ucraina: la vittima si chiamava Oleg Artyomov ed era cappellano militare nel villaggio di Zhuravlyokova, nella regione russa di Belgorod. Il villaggio dista appena due chilometri dalla frontiera ucraina, al confine con la regione di Kharkiv, una delle più martoriate dall'esercito russo. Artyomov sarebbe stato colpito da un attacco missilistico ucraino nel Sud Ovest della Federazione.

 

 

 

 

Lo ha annunciato la Chiesa ortodossa russa: il cappellano "ieri sera si trovava nel villaggio di Jouravliovka quando è caduto sotto il fuoco degli Smerch (lanciarazzi multipli, ndr) ucraini, morendo durante l'esercizio delle sue funzioni ed è morto", ha annunciato il vescovo Savvatij di Bronnitskij, presidente del dipartimento sinodale per l'interazione con le Forze armate e le forze dell'ordine del Patriarcato di Mosca. Giovedì mattina il governatore della regione di Belgorod, Vjacheslav Gladkov, aveva dichiarato che tre persone erano rimaste ferite a Zhuravlevka a seguito di bombardamenti effettuati la notte precedente dal territorio dell'Ucraina. 

 

 

 



 

 

Nato nel 1957, il cappellano ortodosso era un ufficiale di marina e aveva precedentemente servito come cappellano sui sottomarini e su una nave di ricerca russa. Il fatto che il primo morto russo in Patria sia un religioso è coincidenza significativa e inquietante, perché la notizia arriva nelle ore in cui Papa Francesco ha nuovamente tuonato contro l'aumento delle spese militari ("Una pazzia, mi sono vergognato", è stata la sua accusa, diretta, al governo di Mario Draghi) e soprattutto a ridosso dell'evento religioso più significativo degli ultimi mesi, la Consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria che il Pontefice celebrerà nella Basilica di San Pietro, durante la Penitenza, e in contemporanea con lo stesso atto compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio.

 

 

 

 

 

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