Kiev, una trincea d'acqua: la mossa degli ucraini che può cambiare le sorti della capitale
Irpin è tornata nelle mani degli ucraini. Buona parte della città, come spiegato alla Bbc dal sindaco di Kiev Vitali Klitschko, è stata liberata dagli invasori russi. Una notizia confermata anche dal consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Vadym Denysenko, il quale ha dichiarato che "l’80 per cento della città di Irpin è già stata liberata dall’esercito ucraino". Com'è possibile che una piccola forza come quella ucraina riesca a fronteggiare una potenza come la Russia? Presto spiegato: grazie alle condizioni del terreno. Sì, perché la palude sta mettendo in seria difficoltà l'esercito di Vladimir Putin.
Secondo Repubblica, infatti, gli ucraini hanno distrutto i ponti sul fiume per fermare la carica dei tank verso la capitale, Kiev. Allo stesso tempo sono state aperte le chiuse e sradicato gli argini che proteggevano la campagna dalla piena. Una mossa che ha permesso al terreno di allargarsi, diventando un ostacolo per chi lo voglia attraversare. La strategia non è nuova. Già Sun Tzu l'aveva menzionata ne L’Arte della Guerra. "Se non conosci le configurazioni delle paludi, dei passi più impervi, delle foreste e delle montagne - si legge -, non sei in grado di far muovere l’armata". Già giorni fa i russi avevano dovuto fare i conti con la "rasputitsa", il termine utilizzato per descrivere lo scioglimento di ghiaccio e neve sul terreno e sulle strade.
Da qui quelle che l’ex colonnello Usa Andrew Milburn definisce "due possibilità". Il Giornale, che riporta le sue parole, ricorda che il presidente russo può scegliere "se isolare la città e farla morire di fame, o attaccare la stessa Kiev, dando così inizio a una guerra urbana la cui portata non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale". Le perdite saranno parecchie per entrambi i fronti, tanto che i generali dello Zar gli consiglieranno di non attaccare Kiev, ma di "circondare la città, per poi cercare di farla sottomettere".