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Russia a corto di truppe, Vladimir Putin arruola anche gli stranieri per la guerra: voci sullo Ius Putinis

Maurizio Stefanini
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Ius Putinis, potrebbe essere chiamato: l'offerta della Russia di arruolare in quantità stranieri di tutte le provenienze per combattere in Ucraina, offrendo loro in cambio non solo soldi ma anche la cittadinanza. «Ormai i russi in 22 giorni di guerra hanno perso 7.000 uomini: più degli Usa a Iwo Jima», insistono al Pentagono. Le stime ucraine sono quasi doppie, quelle russe inferiori, ma la morte di quattro generali, i malumori che filtrano tra i parenti, le interviste a prigionieri che gli ucraini rendono pubbliche, tradisce tutto un crescente disagio per il costo di un conflitto che va per le lunghe, e per l'accanimento degli ucraini. Quindi a Mosca stanno iniziando a arruolare di tutto. Gente con esperienza di guerra: siriani, libici, europei, africani... Si parla di siriani, che hanno già combattuto al fianco dei russi per difendere il regime di Bashasr Assad: almeno 40.000 si sarebbero già iscritti in una lista presentata all'ambasciata russa a Damasco per andare in Ucraina. Secondo il ministro della Difesa Sergei Shoigu, nelle enclave separatiste di Luhansk e Donetsk sarebbero già circa 16.000 i "volontari" che starebbero combattendo dalla parte russa. Contemporaneamente starebbero viaggiando dalla Siria anche ceceni, che però erano contro Assad, e ora andrebbero con gli ucraini. Ma anche una quantità di cittadini di Paesi dell'Asia Centrale ex-sovietica residenti in Russia, che subirebbero pressioni per arruolarsi in cambio di una cittadinanza. Da attivisti per i diritti degli immigrati informazioni in proposito sono state passate a The Moscow Times. Secondo quanto riferito da Valentina Chupik, una attivista russa appunto famoso per il suo lavoro di assistenza ai migranti, almeno una decina di tagiki e uzbeki la avrebbero contattata per avere consulenza legale, dopo aver ricevuto pressioni per arruolarsi. Tutti quanti avevano ricevuto telefonate da persone che affermavano di rappresentare studi legali sull'immigrazione, e secondo cui avrebbero potuto così accelerare il processo per ottenere la cittadinanza russa. «Questa è una bugia completa, la legge non lo consente», ha spiegato. «Ho detto a questi ragazzi che i chiamanti sono truffatori».

 

 

L'APPELLO
Ci sono anche "tende" dell'esercito in varie stazioni della metropolitana di Mosca, dove i reclutatori proporrebbero ai pendolari di arruolarsi nell'Esercito volontario della Repubblica popolare di Donetsk, promettendo in cambio la cittadinanza russa in soli sei mesi. La cosa sembrerebbe confermata da quanto circola sui social. Un video su Telegram, ad esempio, mostra un uzbeko cinquantenne in mimetica a guidare un camion militare russa, e che spiega di essere stato reclutato per la sua esperienza di servizio in Afghanistan e che non gli era stata data altra scelta che iscriversi. «Ci sono molti uzbeki qui che sono venuti a prendere parte alla guerra. Ci sono anche persone dal Tagikistan. Abbiamo un contratto», ha detto. Dopo essere stato rintracciato, l'uomo ha confermato che gli era stato offerto un contratto di tre mesi con uno stipendio mensile di 50.000 rubli ($ 475) e una promessa di cittadinanza russa In un video TikTok caricato all'inizio di marzo dall'account @kyrgyznation, un uomo avverte della possibilità che i migranti kirghisi possano essere chiamati a combattere.

 

 

LE MINACCE
In Russia nel 2021 lavoravano in Russia 4,5 milioni di uzbeki, 2,4 milioni dal tagiki e 920.000 dal kirghizi. Le Rimesse dalla Russia rappresentano il 30% del Pil del Tagikistan e il 28% di quello del Kirghizistan. Solo nel 2020, 63.389 tagiki, 43.404 kazaki, 23.131 uzbeki e 11.865 kirghisi hanno acquisito la cittadinanza, spesso attraverso terzi che falsificano documenti e corrompono funzionari per conto dei ricorrenti a loro insaputa, rendendo i ricorrenti vulnerabili alle minacce di denaturalizzazione. La Russia nel 2003 ha codificato il diritto degli stranieri di età compresa tra i 18 e i 30 anni a prestare servizio con un contratto nell'esercito russo. Tra il 2008 e il 2014, il numero di stranieri in servizio con un contratto, per lo più uzbeki e tagiki, è oscillato tra 200 e 350. In Tagikistan però i cittadini ritenuti colpevoli di attività mercenaria sono puniti con una reclusione fino a 20 anni, e in Uzbekistan fino a cinque. 

 

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