Ucraina, "la bambina con la caramella" e il fucile. "La verità? Era solo per...", le polemiche per questa foto dal fronte
Dopo Marianna, la modella incinta di Mariupol, tocca alla "bambina con la caramella", diventata nel giro di poche ore l'immagine simbolo della resistenza ucraina contro gli invasori russi. Vero? Falso? Sui social molti sospettano che sia tutto costruito ad arte, pura propaganda del governo di Volodymyr Zelensky. Proprio come la influencer che a fine febbraio pubblicava le sue foto in dolce attesa e pochi giorni dopo è stata ritratta da un reporter di guerra ("Un propagandista", è la versione del Cremlino) sporca, insanguinata e terrorizzata dopo il bombardamento dell'ospedale in cui era stata ricoverata. Fake news, secondo molti complottasti italiani, che non si fidano delle versioni occidentali e credono invece ciecamente a quelle fornite dalle ambasciate russe di mezza Europa.
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Bene, Marianna ha partorito (c'era chi dubitava anche della sua gravidanza) e la zia ha spiegato che era stata ricoverata qualche giorno prima del previsto per evitare che a causa degli attacchi russi potesse restare imprigionata in casa. Bufale filo-russe smontate, anche se qualcuno come il deputato grillino Lorenzoni continua a dubitare, dicendo no all'audizione di Zelensky alla Camera ("Dobbiamo sentire anche la campana russa", ammonisce). Ora, altro giro altra corsa. Sui social sta spopolando l'immagine di una bimba con lecca lecca in bocca e fucile in spalla, appoggiata alla finestra di una casa diroccata, forse per effetto dei missili russi. "Tutto troppo artistico", sospettano in molti davanti alla perfezione formale dello scatto. E così è lo stesso autore della foto a uscire allo scoperto. Si chiama Oleksii Kyrychenko, è il padre della stessa bambina. La foto è stata condivisa su Twitter addirittura da Donald Tusk, ex presidente polacco del Consiglio europeo, che l'ha utilizzata per rilanciare la campagna anti-Putin: "Per piacere non ditele che sanzioni più pesanti potrebbero essere troppo costose per l'Europa". Apriti cielo.
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"Quello è il mio fucile, era scarico", ha spiegato nei commenti il padre della bimba di 9 anni. "Serviva solo per la foto", scattata per "sensibilizzare" il pubblico mondiale su quanto sta accadendo in Ucraina. Di fatto, un drammatico spot. E in questa guerra, che è anche guerra di propaganda, capita addirittura che una testimonianza tragica, sia pur simbolica, ottenga l'effetto opposto.