Ucraina, "gli Usa hanno avvertito a novembre dell'invasione russa ma nessuno ci ha creduto": spie e intrighi, il fallimento Ue
Gli Stati Uniti avevano avvertito gli alleati dei piani di invasione di Vladimir Putin già lo scorso novembre, ma apparentemente nessuno ci aveva creduto. Il poderoso lavoro d’intelligence da parte degli americani oggi appare davanti agli occhi di tutti, eppure non è bastato per evitare un conflitto che per l’opinione pubblica era impensabile ma che dietro le quinte era invece già definito da tempo.
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A metà novembre gli Usa intervennero in maniera diretta tramite Avril Haines, direttrice della National Intelligence, che si recò in Europa per spiegare la situazione: venne accolta con un certo scetticismo. Qualche settimana più tardi, a inizio dicembre, gli americani tramite il Washington Post inquadrarono perfettamente l’operazione indicando in modo esatto la consistenza delle forze mobilitate e prevedendo che nei primi giorni del 2022 sarebbe avvenuta l’azione militare russa. Su questo punto si sono leggermente sbagliati, dato che Putin ha rimandato tutto al post-Olimpiadi di Pechino, si vocifera su richiesta della Cina.
Ciò sarebbe confermato dal documento diffuso dagli hacker di Anonymous, secondo cui l’ordine di attacco era stato previsto per il 18 gennaio, salvo poi essere spostato. Ma perché gli Usa avevano deciso di svelare informazioni così precise? Tale scelta contiene quattro aspetti, secondo il Corriere della Sera: “È un passo inusuale perché svela a Mosca ciò che sanno a Washington; sottolinea la gravità; dimostra che la Cia ha fonti preziose e di primo livello; è un disperato tentativo di indurre Putin a desistere”.