Konotop, il sindaco: "I russi mi hanno detto che ci asfaltano". Il pensionato italiano testimone oculare: cosa gli è successo
I russi non entreranno a Konotop, nel nord est dell'Ucraina, e resteranno ai confini della città assediandola per "evitare che diventi una nuova Kharkiv". Questo prevederebbe un "accordo raggiunto dal responsabile militare della regione di Sumy con i russi", come spiega all'agenzia di stampa Adnkronos il pensionato emiliano Loris che da tre anni vive proprio a Konotop. "Il responsabile militare della regione ha sconfessato le parole di guerra pronunciate dal sindaco di Konotop e ha fatto lui un accordo con i russi in cui si stabilisce che la città rimarrà sotto il controllo dei russi senza che il loro ingressi con i mezzi militari", spiega.
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"Konotop si impegna a non attaccare le postazioni militari russe poste a presidio della città - prosegue il testimone italiano -, i russi hanno accettato la presenza vicino ai loro checkpoint di presidi composti da civili armati al fine di consentire l'ingresso in città di medicinali e di mezzi che trasportano beni di prima necessità. Nessuno può entrare e nemmeno uscire". Come in ogni accordo con il nemico ci sono tuttavia delle condizioni. "In caso di violazione, se un solo militare russo viene ucciso o anche solo ferito, i patti saltano e la città verrà bombardata", afferma Loris, aggiungendo che "ora bisogna capire se il sindaco e i suoi seguaci rispettano l'accordo". Perché "i ragazzi hanno già iniziato a costruire le molotov, ieri ne ho allontanati alcuni che si erano raggruppati vicino al mio condominio". Nel frattempo "donne e bambini hanno lasciato le loro case e sono andati nelle cantine posto sotto i palazzi", racconta. Insomma, "in città sventola ancora la bandiera ucraina, formalmente non siamo in mano ai russi, ma di fatto sì". In questo modo, almeno per ora, "la città è salva".
Su Twitter nelle ultime ore è diventato virale il video del sindaco di Konotop che arringala folla spiegano che i russi lo hanno contattato dandogli due scelte: "O vi arrendete o vi spianiamo con l'artiglieria pesante". "Cosa volete che gli risponda?", chiede ai suoi concittadini da un pulpito improvvisato. "Combattiamo!", è l'urlo della gente ucraina.
“Combattiamo”