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Ucraina, "l'Occidente cerca il golpe a Mosca": il piano della Nato per rovesciare Vladimir Putin

Maurizio Stefanini
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«Un equivoco scaturito da un possibile lapsus»: così Downing Street ha smentito come falsa l'asserzione di un portavoce di Boris Johnson secondo cui «le sanzioni occidentali mirano a far cadere il regime di Putin», e che ovviamente aveva fatto il giro del mondo in pochi minuti. «Non stiamo cercando nulla in termini di cambio di regime», è stato dunque precisato. «Quello di cui stiamo parlando chiaramente qui è come fermiamo la Russia che cerca di soggiogare un Paese democratico».

"Frase infelice" a parte, il messaggio di Johnson recriminava piuttosto le azioni del presidente russo che avrebbe commesso un «errore colossale» col suo attacco militare, «sottovalutando l'unità dell'Occidente e la durezza delle sanzioni a cui la sua azione ha portato». Però effettivamente il primo ministro britannico sta ormai chiaramente alzando il tono. Parlando dalla base militare di Tapa in Estonia, in particolare, ha detto che i raid russi sulla città di Kharkiv in Ucraina sono «assolutamente disgustosi» e ricordano alcuni degli attacchi a Sarajevo nella guerra in Bosnia. Aveva dietro i carri armati britannici del contingente Nato a difesa del confine con la Russia e avendo vicini la prima ministra dello Stato baltico, Kaja Kallas, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

 

 

Ha però detto che i britannici non combatteranno contro i russi in Ucraina. L'asserzione va considerata assieme alla conferenza stampa che Johnson ha fatto a Varsavia, e durante la quale è stato interrotto da una donna che ha chiesto a lui e a tutto l'Occidente di fare di più per l'Ucraina: «I bambini e le donne ucraine hanno paura per le bombe e i missili che arrivano dal cielo. Stiamo chiedendo disperatamente alle nazione dell'Occidente di proteggere i nostri cieli. Abbiamo chiesto una No Fly Zone e ci avete risposto che questo potrebbe portare alla Terza Guerra Mondiale. Ma qual è l'alternativa, signor Presidente? Osservare? Qual è l'alternativa per una No Fly Zone? Come possono fare le donne ad attraversare il confine con dei bambini in braccio? Il Regno Unito ha garantito per la nostra protezione al Memorandum di Budapest».

 

 

E qui il riferimento è all'accordo con cui il 5 agosto 1994 l'Ucraina, terza potenza nucleare dell'epoca grazie a 1.900 testate nucleari ereditate dall'epoca sovietica, le restituì alla Russia, in cambio di un impegno formale a garantire la sua integrità territoriale sottoscritto dalla stessa Russia e dagli altri quattro membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: Usa, Cina, Francia e il Regno Unito. L'Ucraina non è stata fatta entrare nella Nato appunto per evitare di coinvolgere l'alleanza in una situazione come questa, ma in realtà ai sensi del Diritto Internazionale gli altri quattro garanti sarebbero stati già tenuti a intervenire al momento dell'occupazione della Crimea.

 

 

Secondo il Daily Mail la donna che ha interrotto Johnson sarebbe stata uno dei vertici della Autorità anti-corruzione dell'Ucraina. Dunque, è possibile che in tempi rapidi il governo ucraino ponga la questione in modo formale. Se Washington, Londra e Parigi rispondono in modo positivo, è la terza guerra mondiale. Se, come verosimile, non lo faranno, è la fine del Diritto Internazionale. Quale mai Paese si fiderà più di garanzie del genere? Si capisce come Boris Johnson sia ammutolito.

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