Cina, "ordine di massima priorità: fate scorta di gas, petrolio, mais e orzo". La prospettiva di una guerra mondiale
La Cina ha ordinato alle agenzie governative di dare massima priorità alla messa in sicurezza delle scorte energetiche e di materie prime del Paese. In particolare, i principali organismi di pianificazione economica dovranno spingere sulle agenzie di acquisto statali affinché facciano incetta sul mercato di petrolio, gas e minerali ferrosi, oltre che di orzo e mais, per prepararsi a qualsiasi evenienza derivante da un possibile prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina. L'agenzia di stampa internazionale Bloomberg afferma che le autorità non fanno alcun accenno al prezzo, lasciando intendere che il costo delle importazioni non è un tema al momento.
Pechino, dopo aver per la prima colta condannato esplicitamente l'operazione militare russa in Ucraina, conferma di guardare sempre con maggiore attenzione a quanto sta accadendo nel cuore dell'Europa: oltre 2.500 cittadini di nazionalità cinese sono stati portati fuori dall'Ucraina, come confermato dal portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, nel consueto briefing con la stampa. In precedenza la Cina aveva fatto sapere che ci sono circa 6.000 connazionali che vivono in Ucraina.
Lo scenario è quello di una guerra militare e finanziaria di lunga durata. Una prospettiva che inquieta anche gli operatori finanziari occidentali. "Putin non vincerà mai in Ucraina. Lo dice la Storia. Negli ultimi cento anni un ucraino su tre è morto di fame per colpa di Stalin e per combattere Hitler. Diversamente da quasi tutti i Paesi europei, l'Ucraina troverà gente pronta a morire per la Patria. Basta che sia uno su quattro, ed ecco dieci milioni di soldati", sottolinea il fondatore di Algebris Davide Serra in una intervista a La Stampa. Il finanziere genovese naturalizzato britannico spiega così l'attacco di Putin: "Il tema chiaro è il risentimento germogliato perché il Kgb ha perso la sua guerra nel 1989 allo sgretolamento dell'Unione sovietica. Putin vuole vendicare l'Urss. Per questo ha finanziato, o cercato di finanziare, le forze che potevano indebolire l'Europa. Dalla Le Pen ai No Vax. Poi è andato in panico perché, dopo che l'Ucraina ha cacciato i corrotti russi, lo stesso stava accadendo in Bielorussia e in Kazakhistan. Li stava perdendo. E allora ha attaccato Kiev. Temeva che la democrazia gli arrivasse in casa".
Delle sanzioni dice che sono "durissime. Una versione nucleare delle ordinarie misure finanziarie. La banca centrale russa ha 650 miliardi di riserve ma, di queste, 400 sono in Germania. Bloccate. Vuol dire che non possono fermare la caduta del rublo, precipitato da 70 a 110 col dollaro. In altre parole, il russo medio s'è visto bruciare il 40 per cento del potere di acquisto di beni globali in una settimana. Mai visto", "se 110 milioni di persone perdono quasi metà della ricchezza mangiano e comprano meno. E' come una tassa. La tassa Kiev. La Russia non produce nulla a parte petrolio e gas. Non esiste manifattura domestica di beni di consumo. Oltretutto i russi ricordano bene quando fallirono nel 1998, e così hanno chiuso i mercati dei capitali. È vietato comprare dollari e li puoi rivendere solo allo Stato. Non c'è più conversione. Sei fregato. È una tassa sulla ricchezza del 40 percento!".