Vladimir Putin "impazzito a causa del Long Covid": le voci sul presidente, vittima della "nebbia cerebrale"?
Tra i giornalisti e gli analisti di tutto il mondo si sta provando a dare una spiegazione al comportamento di Vladimir Putin, che evidentemente stava preparando da tempo l’invasione russa in Ucraina, nonostante fino a qualche giorno fa stesse tenendo apparentemente la via diplomatica. Uno dei primi a toccare con mano il cambiamento di Putin è stato Emmanuel Macron, che quando lo ha incontrato lo ha trovato “paranoico”.
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D’altronde la conferenza con cui ha dichiarato guerra all’Ucraina ha ben poco di razionale, e qualcuno ha avanzato l’ipotesi che il Covid possa avere qualcosa a che fare con la “pazzia” del presidente russo. Tra settembre e ottobre Putin è infatti scomparso dopo che alcuni casi di positività sono emersi tra i suoi collaboratori più stretti: diversi esperti incontratisi al Council on Foreign Relations hanno avanzato l’idea secondo cui il comportamento e le affermazioni “non corrette” di Putin potrebbero essere correlate alla cosiddetta “brain fog”, ovvero alla nebbia cerebrale che può colpire il cervello dopo aver contratto il Covid.
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“Si è letto che Putin non stia ragionando correttamente, forse a causa del Long Covid. Non c’è nessuna prova, ovviamente”, ha twittato Laurie Garrett, giornalista scientifica nonché autrice americana Premio Pulitzer. La tesi però non sembra campata per aria, dato che gli stessi leader politici che hanno avuto relazioni con Putin negli ultimi tempi hanno constatato come fosse diverso dal passato, di sicuro meno lucido e più paranoico.
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