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Ucraina, attacco e presa di Chernobyl: cosa c'è dietro alla mossa inquietante di Vladimir Putin

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Vladimir Putin ha fatto un salto di qualità nell’attacco all'Ucraina. Non soltanto dal punto di vista tecnologico ma anche nella capacità di azione "non convenzionale" di tutto il sistema militare, come osserva Il Giornale. L'Ucraina infatti prima dell'attacco vero e proprio di ieri 24 febbraio, era stata colpita nei giorni precedenti con operazioni altamente coordinate e con "effetto straniante". In primis il cyberattacco che ha azzerato la rete ucraina, con i telefonini dei soldati ucraini che sono stati utilizzati dai russi sia per localizzarli sia per bersagliarli di messaggi che spingevano alla resa. 

 

 

Insomma, Putin, con un attacco delocalizzato, su più fronti e che ha coinvolto l'aeroporto di Kiev, ha subito messo in difficoltà la difesa ucraina. Con una azione globale e paralizzante da parte dei militari russi le forze ucraine sono costrette a combattere a 360 gradi. E aver utilizzato come zona di combattimento anche Chernobyl (che era già stata occupata) con i suoi impianti di stoccaggio di scorie radioattive è un esempio tra i tanti di "questa tecnica che inchioda e bersaglia le forze ucraine e usa come massa di manovra le forze dei separatisti". Ma si è evoluta anche la tradizionale guerra per il controllo dei mezzi di comunicazione, soprattutto la rete. 

 

 

Ora gli ucraini provano una difesa basata sulla delocalizzazione, sulle forze territorializzate che soffrono meno dello smantellamento del sistema di comando e controllo. È un fatto però che la Russia ha attaccato in modo globale e mirato portando lo scontro ad un livello che nessuno si sarebbe aspettato. E ora lo scenario si complica. A vantaggio di Putin. 

 

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