Russia, rappresaglia-hacker: "Italia, il paese più a rischio". Ricatti e black-out, chi rischia di più
La terza guerra mondiale sarà soprattutto "cibernetica" e l'Italia è tra i Paesi che rischiano di più. E' quanto emerge da un report del FBI sul Cyber Crime. Il nostro è un Paese ad alto pericolo di hackeraggi aziendali, riporta affaritaliani.it, e il conflitto in Ucraina "rende incandescente questa allerta", spiega al quotidiano online Andrea Marchi, esperto di cybersecurity di Rödl & Partner, colosso della consulenza presente in 48 paesi nel mondo tra cui l’Italia. Le guerre contemporanee "sono tutt’altro che convenzionali" e "si caratterizzino sempre più come attacchi hacker verso obiettivi sensibili o essenziali, interrompendo servizi chiave come per esempio l’approvvigionamento energetico o le telecomunicazioni per seminare caos".
In questo scenario, prosegue Marchi, "è ragionevole supporre che hacker, organizzazioni pirata e quant’altro vogliano approfittare della situazione per compiere le loro incursioni illegali, generalmente con finalità ‘economiche’, cioè per sottrarre informazioni utili per essere vendute o per ricattare in cambio di denaro.”
Il problema è che in Italia, "il tessuto produttivo e industriale è composto al 90% da piccole e medie imprese, che certamente non possono permettersi enormi budget a difesa dei propri server", quindi diventa "un bersaglio idealmente facile, tanto che la stessa FBI l’ha posta in cima alle classifiche di rischiosità hacker, già prima della crisi ucraino-sovietica". Insomma, conclude Marchi, potremmo a breve "assistere a una cyber-storm, ovvero una cyber-tempest di attacchi e frodi informatiche che rischia di abbattersi a cascata sulle aziende italiane, in particolare le piccole e medie imprese, informaticamente più vulnerabili.”