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Mario Draghi, bomba di Dagospia: "Perché non andrà da Putin". Il terrore di un flop (e le voci sull'ambasciatore italiano)

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Mario Draghi impensierito. A fargli dormire sonni tutt'altro che tranquilli l'incontro con Vladimir Putin. Il presidente russo avrebbe invitato il premier a Mosca per un faccia a faccia. Lo stesso Draghi i giorni scorsi aveva promesso un summit a breve. E ora invece? Al momento il presidente del Consiglio si trova di fronte a un'ardua scelta. Trattare con lo Zar, grande esperto di geopolitica, non è semplice e, mai e poi mai, Draghi vorrebbe inaugurare il primo flop della sua carriera politica. 

 

 

Non solo, perché le difficoltà per l'ex numero uno della Bce sono numerose. Come riportato da Dagospia, Draghi non può trovare sostegno nell'ambasciatore italiano in Russia, Giorgio Starace, molto filo-Putin. Altro ostacolo della trattativa, Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti ha un obiettivo ben preciso, che per nulla coincide con quello italiano: tenere alta la tensione, per arrivare a un accordo a ridosso delle elezioni di midterm di novembre e poi fare un accordo, così da capitalizzare nelle urne il successo diplomatico. 

 

 

Per questo le diplomazie francesi e tedesche si sono immediatamente attivate per capire se il viaggio di Draghi possa aiutare l’Occidente e la NATO a fermare la guerra in Ucraina. D'altronde Putin è in grado di mettere soggezione e difficoltà nel suo interlocutore. E, con l'invio dei 30 mila soldati nelle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, lo Zar ha anche dimostrato di non volersi arrendere. Almeno non così facilmente. Tutto questo pone il presidente del Consiglio di fronte a un bivio delicatissimo. La sua carriera è caratterizzata da successi e non può permettersi di chiuderla con un risicato risultato in politica estera, che si aggiungerebbe ai numerosi guai interni legati alla stabilità del suo stesso governo. 

 

 

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