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Ucraina, l'ordine di Putin ai russi: "Lasciare il Paese". Kiev arma i civili e Zelensky insiste sulla Nato: guerra, conto alla rovescia

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Veloci verso la guerra in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky respinge al mittente "l'ultimatum" di Vladimir Putin conferma l'ambizione di Kiev di "aderire all'Ue e alla Nato". L'esatto contrario di quanto auspicato (o per meglio dire "ordinato" dal presidente russo martedì sera, come condizione per la non invasione militare del Paese.

 

Civili armati - A corredo di questa scelta di campo, che preannuncia uno scontro frontale con lo Zar, la Rada, il Parlamento ucraino, ha approvato in prima lettura un provvedimento che autorizza i civili a girare armati: secondo quanto riferito dall'agenzia Tass, in mattinata l'esercito di Kiev ha peraltro cominciato l'arruolamento dei riservisti, tra i 18 e i 60 anni, e il ministero degli Esteri ha richiamato i connazionali in Russia. Tecnicamente, Zelensky ha richiamato i riservisti "per un periodo speciale", a partire da oggi, 23 febbraio, e per un anno, anche se almeno per il momento ha escluso che ci sarà una mobilitazione generale. "Dobbiamo aumentare la preparazione dell'esercito ucraino a tutti i possibili cambiamenti nell'ambiente operativo", ha spiegato in un video messaggio diffuso martedì sera. "Si tratta esclusivamente di cittadini assegnati alla riserva operativa". 

 

Via i diplomatici russi - Contemporaneamente, sul piano delle relazioni internazionali, la Russia ha iniziato l'evacuazione del personale dalle sue rappresentanze diplomatiche in Ucraina. Lo ha riferito sempre l'agenzia di stampa Tass, citando una fonte dell'ambasciata russa a Kiev. Una decisione-lampo, arrivata a poche ore dall'annuncio di ritiro arrivato martedì sera, senza però specificare i termini temporali. Segno che la situazione sta rapidamente precipitando.

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