Donbass, le conseguenze della guerra: energia e migranti, conseguenze senza precedenti per l'Italia
In Ucraina tutto pronto per "l'incidente perfetto". Il riconoscimento da parte di Vladimir Putin delle Republiche del Donetsk e del Donbass ha disintegrato in un colpo la fragilissima tregua armata raggiunta con Kiev, la Nato e le potenze europee la scorsa settimana. In fondo, sta andando come i più pessimisti (o realisti?) avevano previsto: la Russia ha il dito sul grilletto da mesi, ma non vuole essere la prima a premerlo. In altre parole, sta preparando il terreno affinché qualcuno, nelle due repubbliche separatiste filo-russe, perda il controllo e offra a Mosca l'alibi perfetto per una invasione su larga scala.
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Le prime reazioni internazionali sono state decise: Berlino ha sospeso l'autorizzazione al gasdotto Nord Stream 2, uno degli asset energetici, economici e geo-politici fondamentali in mano al Cremlino. Dall'Unione europea presto arriveranno nuove sanzioni e se anche Mario Draghi, premier italiano campione di prudenza (eccessiva, secondo il Wall Street Journal), si è sbilanciato parlando di "violazione inaccettabile" da parte di Putin, significa che la strada della trattativa è sempre più stretta. Nel mirino, peraltro, finiranno anche le banche russe che potrebbero venire duramente colpite da Bruxelles, generando uno tsunami finanziario non di poco conto.
Nel mirino, dunque, finiranno Putin e la sua cerchia di oligarchi, ma anche le transazioni internazionali, con pesanti sanzioni sull'export e, una ipotesi estrema ma non così lontana, anche sanzioni energetiche. La decisione della Germania su Nord Stream 2 potrebbe essere il primo segnale di un cambio di passo (insieme alla Francia e all'Italia, il governo tedesco era stato il più cauto a proposito nella precedente trattativa). Se davvero la situazione in Ucraina degenerasse, a quel punto l'Europa dovrà mettere in conto problemi di approvvigionamento energetico e, sottolinea la Stampa, "una massiccia ondata migratoria, che colpirebbe in particolare la parte occidentale dell'Ucraina, e a seguire la Polonia. Anche Italia, Germania e Francia sono oggi indicate come possibili paesi di destinazione".
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